Follia

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Follia? Tutti i libri sono uguali. No, non la penso così e non è propriamente vero. Ma non voglio fare un discorso di contenuti ma di aspetto. Chi conosce “Rocky Horror Show” sa che Fran’n’Furter invita i suoi ospiti a non giudicare un libro dalla copertina. Beh io disattendo quasi sistematicamente questo invito anche se viene da un vampiro transessuale.

Non c’è niente da fare io sono attratto dai titoli e dalle copertine: è in questo modo che ho conosciuto i romanzi più belli che abbia letto. E non è l’unico metro di misura della bontà di un libro. Anche la casa editrice ha il suo peso. Se cerco un romanzo d’evasione, un bel libro leggero, magari un libro da ombrellone mi dirigo senza dubbio verso Oscar Bestseller, Tea Due o roba del genere. Se cerco qualche autore interessante in genere glisso sui titoli Feltrinelli. Ma la casa editrice più affascinante resta per me Adelphi. Sono libri molto sobri, immutabili nella loro grafica che però si permettere di differenziarsi su infinite tonalità di colore. Insomma uguali a se stessi ma sempre diversi. E misteriosi.

La quarta di copertina è spesso bianca, vuota. E lì uno ci resta pure male perchè vorrebbe sapere che libro è, ma spesso gli Adelphi sono misteriosi e non si sbottonano. Ma sta proprio lì il loro fascino. Lo stesso fascino che qualche anno fa mi ha portato a comprare questo titolo che quest’anno è uscito anche in edizione economica: “Follia” di Patrick McGarth (Adeplhi, 1998, 294 pag. 18 euro, o in edizione economica Adelphi, 2012, 294 pagine, 12 euro).

La storia di Follia è ipnotica, claustrofobica, dettata dall’oscura attrazione che Stella la moglie del neo nominato direttore di un carcere criminale (da qui il titolo originale “Asylum”) ha verso un artista rinchiuso nel carcere e accusato di un violento uxoricidio avvenuto in preda a folle gelosia. Ambientato in un’Inghilterra alla vigilia della nascita dei Beatles, ancora legata a vecchi perbenismi e rigide etichette che però non impediranno a Stella di trascinarsi e trascinare in un folle gioco verso la morte quanto ha di più caro.

Come se non si potesse opporre a questa attrazione Stella scivola pian piano verso le braccia di Edgar che l’attrae con il suo fascino virile che non tenta neppure di mascherare. Un’attrazione verso un modo lontanissimo da lei che neppure il reato che ha portato in carcere il suo amante riuscirà a frenare. È proprio questa lontananza dal suo mondo che rende Edgar affascinante: in fondo lui è un artista lontano dagli schemi che Stella nella sua posizione è tenuta a seguire.

La storia è una lungo viaggio dentro i sentieri della psiche dei due protagonisti, raccontata in forma di flash back proprio dal colui che avrebbe dovuto interpretare e dipanare la complessa mente di Edgart: il suo psichiatra. Il libro è un long seller e dopo il successo di questo “Follia” sono stati pubblicati tanti altri romanzi di McGarth da cui spesso sono stati tratti anche dei film. Secondo me questo è sicuramente il migliore tra i romanzi di McGarth. Evitate pure di vedere il film che ne è stato tratto: io l’ho trovato piuttosto mediocre.

Pierluigi Ciappi

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