Potrebbero essere addirittura 230 i posti a rischio nel gruppo Bonfiglioli. C’è ovviamente una profonda preoccupazione negli stabilimenti di Forlì, Vignola, Bologna e per questo motivo il sindacato ha chiesto fin da subito un incontro con la Regione per discutere il futuro del settore metalmeccanico. L’azienda ha comunicato proprio ieri la volontà di lasciare a casa più di 200 tra operai e impiegati a causa di una diminuzione del 30% del fatturato. Il trend previsto, ha dichiarato la dirigenza, sarebbe lo stesso anche per il 2013. Un crollo del fatturato che ha messo in ginocchio l’azienda fondata nel 1950.
Molti clienti in Cina e in India hanno ridotto gli investimenti mettendo in grave sofferenza l’azienda costruttrice di riduttori. Nella conferenza stampa di questa mattina la Fiom-Cgil ha manifestato la volontà di aprire una trattativa che punti su due elementi: la presentazione di un piano industriale credibile, e la volontà di raggiungere un accordo su una forma di ammortizzatore sociale che accompagni, su base volontaria, i lavoratori dalla mobilità alla pensione.
A breve, infatti, entrerà in vigore il nuovo Aspi previsto dalla Riforma Fornero, che rivoluzionerà la legislazione sugli ammortizzatori sociali. Per la Fiom la strategia sarà omogenea per tutti gli stabilimenti Bonfiglioli, anche se lo stabilimento di Forlì presenta una situazione differente dagli altri avendo fatto meno cassa integrazione. E’ fondamentale, secondo il delegato Fiom, tutelare saperi e professionalità legati a una produzione, quella dei riduttori, che costituisce uno dei tre poli più importanti in Europa.