Dilaga il virus della (finta) Polizia di Stato

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Sta circolando in tutta Italia, con una sempre maggiore diffusione, il virus della Polizia di Stato. Ovviamente l’istituzione delle Fiamme Oro non c’entra nulla, ma è solo un pretesto per scucire almeno 100 euro ai naviganti di Internet, magari un po’ ingenui. Il virus in realtà circola da alcuni anni nel nostro Paese, ma si ripresenta ciclicamente con maggiore potenza e diffusione di tanto in tanto. A Forlì, ad esempio, nelle ultime settimane sono stati centinaia, forse di più, i pc infettati da questo malware. 

L’avvertimento dell’infezione del proprio computer appare come un intervento delle forze dell’ordine di un reato presumibilmente compiuto dall’utente. Di solito i raggirati vengono accusati di aver scaricato dalla rete materiale pedopornografico o altre cose del genere. Quindi, nella schermata viene evidenziato l’iter da seguire per riattivare il computer: ovvero pagare una sanzione di 100 euro.

«La multa deve essere pagata entro 24 ore dal momento di bloccaggio del tuo computer – si legge nella videata – Nel caso di mancanza del pagamento, tutte le informazioni del tuo computer saranno eliminate». Addirittura vengono indicate le modalità di pagamento, con dettagliatissime istruzioni, e con la richiesta di inviare la ricevuta del saldo a una mail “farlocca”: info@it-polizia.org.

La polizia postale, che ormai fa fatica a stare dietro a tutte le segnalazioni, avvisa che la prima cosa da fare è non pagare niente perché è solo una truffa. «È un virus che può impossessarsi del computer in due modi – spiegano gli informatici della polizia postale – o viene scaricato da internet da un sito infetto oppure viene agganciato per mail, che in genere è la cosa più frequente». Per liberarsene, basta seguire delle istruzioni per riattivare il pc, ma purtroppo in diverse occasioni quelle procedure non sono sufficienti. E si è così costretti a chiedere l’intervento di un esperto di informatica.

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