Logan (Jackman) vive ritirato nei boschi del nord America. Quando, però, sembra destinato a vivere in eterno con rimorso per la morte di Jean Grey (Famke Janssen), dal Giappone gli arriva una strana proposta. Il vecchio Yashida, che Logan ha salvato durante la seconda guerra mondiale, vuole la sua immortalità…
Mangold, dopo Quel treno per Yuma, sembra voler girare un western piuttosto che un film di supereroi. E non è per forza una critica: tra ritmi stranamente dilatati e un eroe rude come ai vecchi tempi, sulla carta l’idea funziona e Mangold centra almeno il contorno. Il problema è la portata centrale: la trama è confusa, procede a sbalzi tra mezze sorprese, i cattivi sono quasi inesistenti, l’ultima mezz’ora è terribile.
Jackman è decisamente la cosa migliore del film: non che si sforzi, ma Wolverine é completamente nelle sue corde. E gli altri personaggi? Scritti su un fazzoletto. L’unico momento veramente degno di nota è il vertiginoso combattimento sul tetto di un treno proiettile: veloce, sorprendente, spettacolare. Quasi tutto il resto è lento, scontato. La scena dopo i titoli è confusa ma almeno fa piacere vedere un paio di vecchi amici…
Edoardo Saccone