L’indolenza nei giorni di afa è cosa comune, e spesso ci si trova nella più totale avversione per le gitarelle al supermercato e di conseguenza con il frigo triste e vuoto. Unitamente alle scarsissime risorse alimentari di cui disponiamo, è facile che l’apatia ci privi della benchè minima voglia di cucinare e, alla sola idea di accendere il fuoco e di tenere la testa sopra ad una pentola ribollente, l’alternativa di morire di inedia è quasi più attraente. Io stessa sono vittima di queste circostanze negli ultimi giorni, ed ho pensato bene di proporvi alcune idee salva-temperatura interna e persino salva-denari, involontariamente tutte provenienti da diverse culture culinarie. Vi lascio alla ricerca dell’ipotesi a voi più calzante, e relativa ricetta: cinque idee salva-avanzi e salva-afa.
Ipotesi 1 Medio Oriente: Quando nel frigorifero giace inerme qualche avanzo di verdura al limite della scadenza, in dispensa c’è un po’ di riso basmati e qualche spezia indiana. Forse un uovo vecchio.
Ohibò, mezzo peperone giallo, un quarto di peperone rosso, tre carote incartapecorite, due smunti cipollotti più grigi che verdi mi guardano e chiedono pietà. Prima lavo bene il riso dall’amido e lo metto sul fuoco con poca acqua (non più di un centimetro sopra il livello del riso), ed ora sistemo voi povere verdurelle. Taglio a pezzetti i peperoni, le carote e i cipollotti. Per fortuna ho una preziosa busta di gram masala in dispensa che aspetta di essere utilizzata da alcuni mesi, e mi sento che questa sarà la volta buona. In una padella verso un po’ di olio e 3 cucchiaini di gram masala, un cucchiaino di cumino, per chi ce l’ha un cucchiaino di pasta di sesamo e tre pezzetti di peperoncino rosso che avevo conservato sott’olio, poi subito le verdure, a fiamma decisa.
Mentre le verdure cuociono, spengo il riso che è giunto a bollore e lo tengo ben coperto, lasciando che si cuocia a vapore per altri 10 minuti. Ed è lì che mi viene l’idea: preparo una frittella! Sbatto l’uovo con un po’ di latte e farina, aggiungo sale, pepe e un pizzico di aneto (fresco non ce l’ho, la piantina si è seccata al sole cocente già da un paio di settimane, quindi mi accontento di quello secco). Scaldo ben bene una padella antiaderente, verso un filo di olio e giù l’impasto della frittella. Faccio cuocere un minuto per parte finchè i bordi non diventano croccanti, e la metto da parte.
Ora il riso è sicuramente cotto, e le verdure anche. Prendo un bel piatto da portata, userò quelli tunisini presi al mercatino dieci giorni fa, unisco il riso alle verdure, aggiungo un po’ di prezzemolo (congelato, quello fresco, anche lui poverino, non ce l’ha fatta), spezzo la frittella a metà e la servo col riso. Veggy Fresh Chip Delicious Recipe.
P.S. Per essere onesti, a me avanzava anche dell’hummus di ceci fatto due giorni prima. L’ho unito al riso e ho mescolato bene, era perfetto!
Ipotesi 2 Cina: Quando nel freezer giacciono quelle due antiche fettine di maiale e nel frigorifero restano i soliti avanzi di verdura, ed in dispensa nell’angolo “oriente” ci sono salsa di soia, funghi, bambù in barattolo e noodles avanzati.
Capisco che non tutti hanno un angolo di dispensa “oriente”, ma sta di fatto che i noodles ormai sono stati sdoganati anche dai più cina-scettici, ed i funghi e il bambù non precludono lo sviluppo della ricetta. Quindi metto subito in acqua funghi secchi, poi mi butto sul maiale, lo scongelo, lo faccio a fettine e lo metto a marinare con salsa di soia, un cucchiaino di maizena, 1 cucchiaino di zucchero, un cucchiaino di zenzero in polvere e un cucchiaio di mirin. Intanto passo alle verdure, le taglio a listarelle e le butto nel wok in olio bollente, aggiungo salsa di soia (niente sale quando c’è la salsa di soia) e zenzero e faccio saltare. Intanto faccio bollire l’acqua per i noodles e li cuocio per 6 o 7 minuti. Alle verdure ancora un po’ croccanti aggiungo i funghi che ho scolato (ho filtrato l’acqua dei funghi e l’ho messa da parte), il maiale e la sua salsa di marinatura e lascio cuocere qualche minuto. Aggiungo l’acqua dei funghi filtrata e faccio cuocere altri cinque minuti. Bene, ora che tutto è pronto e nel wok il sughetto sembra divino, impiatto in una ciotola i noodles, gli verso sopra un po’ del sugo, e nello stesso piatto metto carne e verdure.
Ipotesi 3 Francia: Se il giorno prima hai fatto purè di patate per un esercito ed eravate solo in due a mangiarlo. Se ti avanzano due uova stanche, un po’ di pancetta o simile e del gorgonzola o altro formaggio praticamente ammuffito.
Sì, ci sarà da accendere il forno, vi avviso. Ma è un dolore breve, e tanto vale togliersi il pensiero accendendolo subito. Mescolo il mio camion di purè avanzato con le due uova, un po’ di pancetta tritata (va bene anche il prosciutto) e qualche fiocco di gorgonzola (ma va bene anche del formaggio stagionato e grattugiato). Metto in una terrina, schiaccio bene e butto in forno per una ventina di minuti, poi gli ultimi due minuti accendo il grill.
Gateau semplice e veloce.
Ipotesi 4 Italia: Se in frigorifero avete una manciata di pomodorini raggrinziti che avete la tentazione di buttare nel compost, e magari qualche oliva nera in barattolo, di quelle che sanno di poco.
Anche questa è facile: teglia, carta da forno, pomodorini e olive, un po’ di aceto, un po’ di sale, in forno 20 minuti. Se poi avete anche della mozzarella di bufala, il piatto è perfetto.
Ipotesi 5 Inghilterra: Se avete del pane secco o del pancarrè dimenticato da Dio, un lacerto di burro e un pezzetto di cioccolato che si sta temperando da solo in dispensa.
Il pudding è uno di quei dolci indefiniti che ho sempre trattato con sufficienza, un po’ come tratto con sufficienza le popolazioni anglosassoni quando cercano di insegnarci a cucinare qualcosa. Ieri ho deciso di dargli una chance, per dirla come loro, e devo dire che ho piegato la testa in segno di sconfitta non appena ho addentato questo dolce. Ma veniamo a noi: sciogliete 30/40 grammi di burro e intanto tagliate il pane e bagnatelo con un po’ di latte, senza inzupparlo del tutto, aggiungete zucchero a piacere e tritate del cioccolato. Io avevo un po’ di cioccolato bianco e un po’ di fondente. Siete pronte. Prendete una terrina piccola, oppure due cocotte, e iniziate a stratificare: zucchero alla base, pane, burro fuso, cioccolato, pane, burro fuso e così via fino all’ultimo strato di pane. Schiacciate bene ad ogni strato, poi infornate 15 minuti, circa.
Mangiatelo caldo e non vorrete mangiare altro nella vostra vita, nonostante l’enorme peso dei sensi di colpa che produrrà.
Alessandra Navetta