A Forlimpopoli nasce il primo ospedale di comunità dell’Emilia-Romagna. Da lunedì 2 dicembre, all’interno della Casa della Salute artusiana è attiva la nuova area di degenza a gestione infermieristica, con 28 posti letto, 14 per piano, rivolta in particolare a pazienti anziani o comunque fragili che possono essere dimessi dagli ospedali normali ma non sono ancora in condizioni tali da tornare a domicilio o essere inseriti in casa protetta.
Tale presidio, infatti, vuole costituire un ponte fra il ricovero per acuti e le strutture socio-sanitarie, accogliendo pazienti post-acuti con un quadro clinico relativamente stabile per un’ulteriore osservazione clinica oppure stabili ma con bisogni assistenziali e/o riabilitativi, e pazienti con problematiche sociali.
All’ospedale di comunità si verrà inviati, previa valutazione da parte dell’Unità di valutazione multidimensionale, dalle unità ospedaliere, che privilegeranno questa soluzione per i residenti della bassa valle del Bidente, ma non solo, o su indicazione del medico di medicina generale del Nucleo di Forlimpopoli-Bertinoro; la durata media della degenza non dovrebbe superare le 6 settimane, con una media di 15 giorni, per un totale stimato di 300-400 ricoveri l’anno. I pazienti riceveranno assistenza infermieristica 24 ore su 24, con operatori socio-sanitari in servizio sia la mattina sia il pomeriggio.
Dal punto di vista clinico, in una prima fase è prevista la presenza di un medico ospedaliero dalle 8 alle 14, dal lunedì al sabato, mentre il pomeriggio, la notte, e i festivi il referente clinico sarà un medico del Nucleo o di continuità assistenziale. Il medico ospedaliero si preoccuperà di accogliere i pazienti al ricovero, impostando la terapia, valutando gli esami e le consulenze; inoltre, effettuerà visite programmate e interverrà su segnalazione del personale infermieristico. La gestione, così come la programmazione e la cura dei percorsi, nonché la segnalazione delle eventuali instabilità cliniche dei pazienti, sarà in capo all’organizzazione infermieristica, nella persona del coordinatore e del case-manager. Confermata, infine, all’interno della struttura di Forlimpopoli, la presenza dell’Hospice, con 11 posti letto.
L’attivazione dell’ospedale di comunità di Forlimpopoli s’inserisce nel quadro di una generale riorganizzazione del percorso del paziente fragile promossa dall’Ausl di Forlì per rispondere sia ai cambiamenti epidemiologici in atto, con una considerevole crescita, nei prossimi anni, della popolazione over 65 anni, sia alle necessità di ottimizzare e razionalizzare le risorse disponibili. L’obiettivo è garantire continuità assistenziale dall’ospedale al territorio e viceversa in modo tale da attuare una presa in carico davvero globale del paziente complesso, cronico, anziano e polipatologico.
«Il dissesto economico-finanziario emerso nella nostra Azienda nel 2009 – commenta il direttore generale Giulietta Capocasa – si è rivelato, alla fine, un’opportunità: grazie a una situazione contingente riguardante solo la nostra Azienda, sono state prese decisioni che oggi, in un contesto di crisi globale allora per nulla prevedibile, ci pongono in pole position per quanto riguarda gli strumenti con cui affrontare questa complessa congiuntura, tant’è che quanto previsto nel nostro Pal è perfettamente in linea con le più recenti indicazioni dell’assessorato alla sanità dell’Emilia-Romagna riguardanti il ridisegno della rete ospedaliera regionale. Non a caso, l’area di degenza territoriale di Forlimpopoli ha ricevuto il codice numero uno nell’apposita classificazione regionale riservata agli ospedali di comunità».
Soddisfazione esprime anche il sindaco Paolo Zoffoli. «Forlimpopoli è un modello per l’intera Regione, interessata a verificare qui la fattibilità e le modalità di trasformazione funzionale di un ospedale periferico. All’inizio, si è trattato di una scelta complessa che oggi, però, si è rivelata più che mai azzeccata: possiamo dire a buon diritto di aver anticipato il futuro».