«Come reso noto tramite la pagina Facebook dello “Spazio Barbanera”, l’associazione neofascista CasaPound Italia di Forlì ha organizzato, nella giornata del 7 giugno, l’ennesimo evento da inserire nel novero del mimetismo politico che quest’organizzazione suole utilizzare per le sue iniziative. Questa volta si tratta della celebrazione delle figure di Ernesto Che Guevara e Fidel Castro, tramite la presentazione di un libro che collega tali personalità ad una cosiddetta “origine del nazionalismo rivoluzionario”. Come Giovani Comunisti di Forlì non possiamo esimerci dal contestare categoricamente tale evento e tali iniziative, dove spesso e incoerentemente si espropriano personalità appartenenti alla sinistra radicale e rivoluzionaria, le stesse che per tutta la vita hanno combattuto strenuamente il fascismo, in tutte le sue forme.
Ciò detto, riteniamo che questa nostra contestazione non sia strettamente vincolata e dovuta al senso di appartenenza che noi sentiamo nei confronti di Castro e Guevara, ma sia più urgentemente collegata al dovere di smascherare la vera natura di un’associazione dichiaratamente neofascista che, attraverso la promozione di eventi di questo tipo, produce disinformazione tra la società civile e permette un’ulteriore violazione della nostra cultura e della nostra identità. Consideriamo il fascismo e quindi CasaPound (intesa come organizzazione che si definisce e si colloca tra i “fascisti del terzo millennio”) una formazione incline alla “dittatura terrorista aperta dagli elementi più reazionari, più sciovinisti e più imperialisti del capitale finanziario” (Palmiro Togliatti, XIII Plenum dell’IC). Malgrado ciò, applicare queste nozioni alle forme rinnovate che CasaPound rappresenta, ovvero un moderno fascismo che si muove tra squadrismo e attività sociale, sembra essere un’operazione incompleta. CasaPound, così come le altre forze xenofobe e reazionarie dell’estrema destra europea, critica il sistema finanziario che i poteri forti impongono alla nostra sovranità, utilizzando questi argomenti come strumento per catalizzare il malcontento della popolazione, cavalcando l’onda del disagio sociale per spostare a destra gli equilibri politici fino ad arrivare ad una vera e propria involuzione in senso autoritario delle istituzioni dello Stato.
CasaPound e le destre sopracitate, ritengono di dover rovesciare questo sistema mediante le forme che, come ben sappiamo, hanno soppresso ogni libertà e pluralismo nel nostro continente e nel mondo intero. La realtà è che, così come i loro ispiratori fascisti, CasaPound crea una contestazione funzionale ad un solo fine, quest’ultimo dimostrato dalla Storia: seminare il panico, prendere il potere con la forza, abolire le libertà sancite dalle norme fondamentali degli Stati democratici, sopprimere la pace e diventare, nella pratica, strumento delle forze “più imperialiste del capitale finanziario”. Facendosi promotori dei diritti dei soli italiani, interpretando il senso comune in chiave reazionaria, utilizzano pratiche e strumenti tipici dei fascisti, come l’odio, la violenza, il razzismo e il sessismo.
D’altronde, e in relazione ad esigenze di coerenza intellettuale e storica, risulta necessario chiarire pubblicamente l’inesattezza della presente espropriazione delle figure di Guevara e Castro. La Rivoluzione Cubana, così come anche altri tentativi rivoluzionari nei paesi dell’America Latina, non ha niente a che vedere con le nozioni tipiche di “nazionalismo” da cui derivano, invece, i regimi fascisti e nazisti del Novecento.
Va precisato, inoltre, che per i rivoluzionari comunisti e socialisti del Sud del mondo, le parole “patria” oppure “indipendenza”, hanno assunto un significato non in senso ideologicamente nazionalistico – dove si concepisce la propria nazione come ente superiore alle altre nazioni e superiore a qualsiasi altro valore esistente – ma, al contrario, come viatici per i percorsi di indipendenza dei paesi colonizzati, che equivalgono proporzionalmente ai processi di liberazione delle nazioni del Sud del mondo dall’imperialismo, sia economico che politico, sistematicamente applicato da parte delle nazioni più avanzate su quei territori. Ed è proprio su questo versante che il fascismo è ulteriormente vulnerabile.
Non a caso, l’imperialismo applicato a questi Paesi ha trovato nel fascismo uno strumento di forza per il consolidamento e la perpetuazione di questo sistema. Perciò, riteniamo che l’incoerenza logica che presenta l’esistenza stessa di CasaPound e, conseguentemente, l’irrazionalità assoluta degli eventi organizzati come quello del 7 giugno, trovano la loro spiegazione sempre nelle parole di Palmiro Togliatti che affermava che “non si può sapere ciò che è il fascismo se non si conosce cosa sia in realtà l’imperialismo”. Sempre nell’ambito dell’imperialismo, lo stesso Guevara affermava che “tutta la nostra azione è un grido di guerra contro l’imperialismo”, e sia la Storia italiana che la circostanza cubana pre-rivoluzionaria si configurano come esempi chiari e funzionali a questa specifica analisi.
Ecco perché come Giovani Comunisti di Forlì invitiamo le cittadine e i cittadini tutti non solo a non partecipare a tali eventi e a prendere le distanze da questo gruppo, ma di cercare di combattere il fascismo ovunque si annidi. Un modo accessibile a tutte/i per fare ciò è, quantomeno, quello di informarsi correttamente, leggere e studiare la Storia per comprenderla a fondo fino a saperla contestualizzare in maniera corretta. Inoltre, lanciamo nuovamente un appello alle autorità locali e alla popolazione per tentare di combattere queste associazioni facendo chiudere immediatamente le loro sedi che, date le circostanze e la configurazione della nostra società, mettono a repentaglio la nostra sicurezza e il libero confronto tra forze politiche nate da una tradizione che ha visto nella libertà del popolo e dei lavoratori il suo fondamento più profondo e universale. Giù le mani dalla Storia e dalla Rivoluzione Cubana! Fuori i fascisti dalle città! Fuori CasaPound da Forlì».
Giovani Comunisti Forlì
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