Sara Samori è la più giovane degli Assessori della Giunta del nuovo sindaco di Forlì Davide Drei. A Sara Samorì, 34 anni, è stata affidata la delega allo sport. Ricercatrice storica, da sempre molto attiva con il mondo dell’associazionismo sportivo, Sara Samorì avrà anche la delega per i Quartieri e Partecipazione, Eventi Istituzionali, Servizi Demografici, Toponomastica e statistica, Benessere animale. Noi di 4live l’abbiamo intervistata proprio a pochi giorni dal suo insediamento.
Finalmente a Forlì c’è un assessorato allo sport. Sara Samorì, visto che nella scorsa legislatura non c’era dovrà in pratica partire da zero.
«Direi di si, finalmente a Forlì torna la figura – importantissima per la politica amministrativa – dell’assessore allo sport. Una delega “fisica”, perché “fisica” deve essere la presenza di un assessore allo sport nel mondo dell’associazionismo sportivo e tra le strutture/impianti che le ospitano e che sono vitali per il loro futuro. Direi, una presenza “quotidiana”. Ma non partiamo da zero, assolutamente: abbiamo servizi, uffici e funzionari che seguono ogni giorno lo sport, ma soprattutto lo sport è protagonista naturale e quotidiano in una realtà sportiva – professionale e dilettantistica – ricca e vivace come quella di Forlì. Poi, se è vero che la parte più complessa del lavoro è sempre quella che si nota meno, è altrettanto vero che ora si riparte. Si rilancia».
Sara Samorì quali sport ha praticato?
«“Ha praticato”, passato prossimo? Pratico tutt’ora gran parte delle discipline che seguo con passione da diversi anni: nuoto (2 km ogni giorno), tennis, beach tennis, equitazione, basket, bici, torrentismo, e softball (che ho praticato a livello professionale per circa 3 anni)».
E come spettatrice? Era più presente al Morgagni, al Palafiera o magari al Buscherini per il softball?
«Dovunque ci fosse una stagione particolarmente entusiasmante».
Iniziamo dalle nostre eccellenze: basket, calcio, volley. Forlì è da sempre una città che vive di basket. Un palazzetto bellissimo e con un pubblico da Eurolega. L’amministrazione comunale come può aiutare una società come la Fulgor in perenne difficoltà economica da quando è tornata in Legadue?
«Intanto, credo che a Forlì ci siano tante eccellenze, anche in discipline “meno conosciute”. Quindi, benissimo il calcio, basket e volley che rendono orgogliosa la nostra città e la valorizzano, ma proprio per questo ne aggiungerei diverse altre tra le quali softball, nuoto, tennis, pattinaggio, etc. Il Comune deve e vuole essere accanto a queste realtà, perché siamo tutti consapevoli che il periodo non è facile e in una comunità ci si deve aiutare. E vogliamo farlo perché riconosciamo il suo grande valore sociale, formativo, aggregativo. Quindi, il Comune dovrà svolgere un ruolo fondamentale di accompagnamento e supporto alle realtà sportive, ma chiediamo collaborazione e una condivisione di alcuni principi fondamentali per operare nel campo sportivo: responsabilità, trasparenza, no agli sprechi».
Spesso si parla di calcio, basket e volley ma alla fine non bisogna dimenticare che le migliori soddisfazioni a Forlì le regala il softball con i suoi scudetti e coppe italiane e internazionali.
«Qui “gioco in casa”. Sono stata tra le allieve della Fiorini tra il 1994 e il 1997, nel ruolo di “catcher” (giocatore che sta accosciato alle spalle del battitore ndr). È vero, il softball forlivese ci ha regalato una stagione straordinaria – a partire dalla metà/fine anni ’90 – conquistando prestigiosi riconoscimenti, italiani e internazionali e, ad oggi, è la detentrice della Coppa Italia di Softball con un 6 a 2 contro La Loggia. Non dimentichiamo che proprio in questi giorni è impegnata nei playoff: siamo alle “ultime battute”, non facciamo mancare alle ragazze il nostro tifo (anche telematico!)».
Ci sono poi gli sport definiti brutalmente “minori”. Forlì si piazza bene anche a livello di centri sportivi, palazzetti, campi da calcio, pattinodromi e palestre. Pensate di rivedere la gestione dei polisportivi?
«I nostri sono impianti importanti, ma hanno i capelli bianchi perché costruiti quasi tutti tra gli anni ’70 e ’80. Indubbiamente, gli Stati generali dello Sport è una verifica da tentare; non solo come “tavolo di confronto”, ma anche per capire la disponibilità di altri soggetti – oltre a quelli che già lo fanno – ad investire non solo sugli impianti, sulle strutture, ma sulla promozione sportiva; quindi fare convergere, tutti i soggetti sportivi con le realtà economiche, istituzionali e imprenditoriali. Questo è indubbiamente il solco sul quale la prossima amministrazione, l’assessore allo sport, e il consiglio comunale nella sua interezza dovrà muoversi, e parecchio. In questi anni ci sono stati investimenti importanti in questa direzione – cito la piscina, ma anche l’Edelweiss calcio che rappresentano precisamente dei “progetti pilota”, vale a dire, un progetto sposato sia dal Comune, che in questo caso finanzia i lavori per gli spogliatoi, sia dal Forlì Calcio, che ha riconosciuto nell’Edelweiss la sua società satellite per i giovani e che oggi è un’isola sportiva nell’area dello stadio “Morgagni” – ma altri investimenti si stanno cercando di realizzare, anche attraverso una gestione attenta dei bandi di gara e dei disciplinari a questi allegati».
Alcuni consiglieri dell’opposizione, come Paola Casara di Noi forlivesi, propone la costituzione di un consorzio o associazione in cui le imprese possono investire a supporto delle realtà d’eccellenza. Cosa ne pensa?
«Rilancio con una grande Campagna d’ascolto – convocando una ad una le 162 società sportive per ascoltare le loro problematiche, le loro attese, i limiti burocratici con cui si trovano a combattere quotidianamente – e poi, con gli Stati generali dello sport».
Quasi ogni città ha un importante appuntamento sportivo annuale. A Forlì ad esempio ha avuto un ottimo successo il primo “Diabetes Marathon” che tra l’altro si replicherà anche l’anno prossimo. O magari state pensando a qualcos’altro?
«In questi giorni, penso in particolare a due cose: un grande portale informatico sullo sport e in Romagna – perché informare è conoscere e conoscere è educare, valorizzare e promuovere – ma anche una data – battezzata e preceduta da un grande evento – che celebri ogni anno, la “cultura dello sport”. Non in ultimo, un occhio sempre sensibile e attento alla valorizzazione e promozione nelle scuole, della pratica sportiva».
In definitiva quale saranno i primi interventi del nuovo assessore allo sport?
«A questa domanda rimanderei a quello che ho affermato poco sopra. In ogni caso, per passare dalle parole ai fatti è necessario innanzitutto fare una ricognizione puntale e seria delle realtà sportive nel nostro territorio, cui seguiranno proposte, anche di metodo, e una progettualità a lungo termine, nello spirito della sinergia, collaborazione e, perché no, dell’Unione a 15. In altre parole, se a porre lo sport al centro della politica amministrativa di un intero territorio, non sarà solo un comune (comunque capofila), ma 15 comuni, a quel punto, non finiremo di tirare rigori in porta!».