È sera tardi a Bertinoro. Una di quelle sere chiare di fine estate che portano al naso profumi di terra e sudore e alle orecchie suoni di risate. Ad un tavolo della famosa Cà dé Bè ci sono 4 amici che davanti ad una bottiglia di bianco discutono animatamente con gli occhi rivolti al quadro meraviglioso che è la nostra Romagna vista da quella fantastica terrazza.
“Dì Mavrizio mi hai rotto i maroni, mo io dico mo come si fa!? Se ti dico che volo vuol dire che volo, che non ne ho più, hai presente?! Mo allora cosa torni a Briscola boia del singolare”.
“Dai Primo scusami, vuoi che l’abbia fatto apposta?! Mi son distratto… guardavo la ruota di Mirabilandia, guarda come si vede bene dal di qua”. Intanto Sergio e Walter se la ridono di gusto, del resto loro han vinto… e neanche di poco… Poi Walter esclama: “Certo che ci veniamo di rado quassù e invece si sta così bene… e smitila ad discùt ch’avì rot i quaion!”.
“Hai ragione Walter, Dio Bono, e sì che non è nemmeno lontano… mo dì con le famiglie, il lavoro e tot ch’al pugnetti… è anche fatica” poi Sergio torna a guardar lontano… e ad un tratto riparte: “Dì burdél, mo come mai si chiama Bertinoro secondo voi?”
Segue un coro di “Ah boh”, “Me a ne so” e “S’at n’in frégal??” ma Sergio vorrebbe saperlo per davvero e allora si guarda intorno, che strano… gli pareva che ci fosse tanta altra gente mo adesso i tavoli son tutti vuoti… C’è solo un cameriere… e sì che poco fa erano uno squadrone… Si fa coraggio, lo chiama e prova a chiedere. Il cameriere un po’ scocciato gli fa “Dì io son di Lugo, però basta leggere un libro per saperlo… Bertinoro viene da Castrum Britannium cioè dei Britanni… gli Inglesi per voi ignorantoni. I pellegrini andavano a Roma e poi per tornare in Inghilterra passavan di qua, la gente li ospitava e allora l’han chiamato così. Una roba tipo Milano Marittima insomma… che ci venivano i milanesi e allora l’han chiamata così! Avete capito adesso?”.
Maurizio ha gli occhi iniettati di sangue… si alza… ma gli amici lo fermano… però non possono farlo star zitto. “Scolta genio… lo sai dove te li devi mettere i tuoi libri e la tua arroganza?!” per fortuna interviene Primo “Scolta cameriere… fai un bel lavoro… sta’ zittino e fai il cameriere… che qua siam gente buona mo se ci pigli di petto ci rivoltiamo come le bisce…portaci una bottiglia di Albana fredda… così ci ghiacciamo un po’ gli animi. Tanto state aperti ancora vero?”
“Sì sì… tanto non siete mica da soli… c’è la quella tipa da sola che per bersi 2 bicchieri di vino ci sta mettendo un mese” e poi girai il culo e se ne va per tornare in velocità a portare la bottiglia… e il cavatappi… che se lo aprano da soli il vino ‘sti contadini.
I 4 amici inveiscono un po’ contro il cameriere poi iniziano a bisbigliare “Dì mo voi ve ne eravate accorti che c’era una in quel tavolo al buio?” “Ah io no di sicuro… mo poi là da sola? Chi sarà?”. “Dai proviamo a chiamarla magari è una roba tipo la Belen… almeno ci godiamo il panorama di fuori e di dentro”. Ridono un po’ poi ad un tratto Walter si alza e con fare da gentiluomo si avvicina al tavolo della sconosciuta e le dice “Buonasera Signora, dato che nel locale ai sam soul nuitar, vuole venire al nostro tavolo a fare due chiacchiere e darci una mano a bere la bottiglia di vino che mister simpatia ci ha appena portato?”.
La sconosciuta lo guarda fisso… poi fa “E’ Albana?” e lui “Sì”. E lei: “Allora vengo”.
Ha un tono altero, parla a voce moderata, come se fosse abituata a parlare in pubblico, non è bella ma ha un portamento regale e una grazia che lascia tutti a bocca aperta. Si avvicina al tavolo lentamente, sorridendo, tiene in mano un bicchiere di terracotta che sembra vecchio come il mondo. Gli amici le fanno posto e le versano un po’ di vino. Lei lo annusa, lo guarda, sembra ci faccia l’amore, poi si bagna appena le labbra e chiude gli occhi sospirando. Loro la guardano come si guarda un bel film ma non dicono una parola. Si riempiono il bicchiere e provano a capire cosa ci trova in quel vino… che sì è buonissimo… che sì è l’orgoglio di Bertinoro e delle Romagna perché è il primo Doc in Italia… mo lei esagera un filino!
Poi ad un tratto Sergio, il più taciturno dei 4 prende la parola: “Signora scusìm, mo perché lo bevete in quel coccio sto vino così buono?” Lei lo guarda con uno sguardo pieno di tenerezza e gli fa: “Perchè signore voi dove lo berreste?” “In’t un bicir nurmèl… scusi… in un bicchiere normale… di vetro”. Lei ride e poi inizia a raccontare: “Vedete, questo coccio è un vecchio ricordo di gioventù. Ma ho sentito prima che voi signori chiedevate il perché del nome di questa bella città… beh io la storia vera la conosco e passa da un coccio simile a questo… C’era una volta e vi giuro che c’era, una bella principessa figlia di un imperatore che passando di qua col suo cavallo si fermò per colpa della calura… I buoni abitanti di questo colle le diedero da bere un vino fresco e buono dentro un coccio. Lei lo bevve e rimase estasiata ma quel coccio per quel vino sembrava poco appropriato e allora lei disse ‘Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro’, e da quel giorno gli abitanti scelsero per il loro amato colle il nome consigliato da quella principessa: Bertinoro. E lei alla sua corte fece sempre servire l’Albana di Romagna in calici di oro finissimo per la gioia di tutti i cortigiani. Ma, io lo so per certo, l’interno del calice della principessa era di coccio… per permetterle di riassaporarlo sempre come in quel giorno polveroso d’agosto.”
I 4 amici sembrano 4 bimbi di fronte al cantastorie, sono incantati, e Maurizio chiede: “Signora mo lei di mestiere fa la fòlesta… insomma la cantastorie?”.
La signora allunga la mano e gli fa una carezza, poi dice: “No, caro Signore, io di mestiere faccio il ricordo” e sparisce! I 4 amici si guardano attorno… la Cà de Bé di Bertinoro è piena di gente allegra e chiassosa…e di uno stuolo di camerieri! Della donna nessuna traccia. Solo il bicchiere di coccio sul tavolo… lo guardano meglio… sì dentro è di coccio… ma fuori… è fatto d’oro! Un oro vecchio, vecchissimo, con un bassorilievo… c’è una faccia… è quella della donna… e sotto una scritta: “Galla Placidia Imperatrice”.
Senza dirsi una parola pagano il conto ed escono portando con loro il bicchiere di coccio e si promettono che una volta all’anno torneranno lì tutti e 4 insieme a bersi una bella bottiglia di Albana ammirando la Romagna, e riempiranno 5 bicchieri… 4 di vetro e 1 di coccio!
(La Rossa)
Post pubblicato nel profilo FB di Sa fet a qué