Non riesco ad abituarmi all’idea di dovermi vendere, in politica o all’Università. È più forte di me: a un certo punto, quando tutti i conti potrebbero tornare, scatta una molla morale. E sono troppo vecchio per cambiare. Guardo chi si vende con il sorriso ironico di credere di saperla lunga; ma so già che a perdere sarò io. Nonostante ciò, preferisco i picchi erratici all’encefalogramma piatto, il guizzo imprevedibile al più che prevedibile mercimonio.
Fonderò presto un’associazione, per quelli che sentono ancora un battito remoto lontano, in questo mare liscio di cose scontate, di guano in sospensione, di sciacquoni guasti, di fetore nauseante. Perché tanti corrotti? Perché tanto pochi puliti? Perché la gente normale non ruba? Solo perché non è nelle condizioni di farlo? È davvero così? Siamo senza speranza, dunque? Se vi sentite naufraghi, stranieri, oppure se restate sempre stupefatti di fronte alla porcheria, o se siete psicologicamente disturbati dal basso continuo di questo Paese ed eticamente ipersensibili alla prepotenza del potere, allora siete con me.
Roberto Balzani