Per la XXIII Giornate FAI di Primavera del 21 e 22 marzo il Santuario di Santa Maria delle Grazie Fornò, in via del Santuario 22 a Forniolo di Forlì, sarà visitabile nei seguenti orari: sabato 22 marzo dalle ore 14,30 alle 17,30 e domenica 23 marzo stesso orario. Venerdì 20 marzo è stato organizzato un evento collaterale intitolato “Concerto di Primavera” del liceo artistico e musicale di Forlì. Intitolato a Santa Maria della Misericordia poi delle Grazie, il santuario sorge nella campagna fra Forlì e Forlimpopoli, in prossimità delle frazioni di Villa Selva e Carpinello.
È stato definito da Mariacristina Gori “il monumento più singolare del territorio forlivese […] e rappresenta uno degli esempi più straordinari di ciò che ha saputo produrre la cultura del Rinascimento in Romagna, al tempo di Melozzo da Forlì”. L’originalità dell’impianto – data dall’utilizzo in tempi assai precoci della pianta centrale e dalla sua inusuale adozione per un tempio dedicato alla Vergine – e l’ampiezza della fabbrica lo rendono “un’opera d’arte pressoché unica in Italia, se non nell’Europa occidentale” (Riccardo Lanzoni). Le vicende relative alla costruzione del complesso sono narrate dai cronisti forlivesi del XV-XVI secolo (Giovanni di mastro Pedrino, il Novacula) e contribuiscono ad accrescerne considerevolmente il fascino.
Edificato a partire dal 1450, il tempio lega la sua fondazione al nome di Pietro Bianco da Durazzo. L’eremita giunse a Forlì nel 1448 dove fondò una celletta intitolata alla Vergine delle Grazie presso la Porta Cotogni; di qui si spostò a Fornò dove fece edificare un nuovo oratorio e si stabilì fino all’anno della morte, avvenuta nel 1477. L’edificio è l’esito della ricostruzione conclusasi all’inizio del XVI secolo presumibilmente ad opera dell’architetto forlivese Pace di Maso del Bambase: caratterizzato da una pianta circolare, è coperto da una cupola ottagonale. L’interno, preceduto da un atrio affrescato, conserva il pregevolissimo fregio, realizzato nel 1501 e completamente ridipinto nel 1853, che corre lungo tutto il perimetro e raffigura apostoli, santi e dottori della Chiesa. Per il santuario Agostino di Duccio eseguì la statua della Madonna col Bambino (1454-1455), oggi conservata nel palazzo Vescovile di Forlì, e l’edicola in marmo con rilievo raffigurante la Ss.ma Trinità adorata da Pietro Bianco. A Leone Cobelli è assegnato l’affresco con la Deposizione dalla Croce e un ritratto di Pietro Bianco. Sull’altare centrale era allogata l’icona della Vergine Theotókos (= Madre di Dio), trafugata nel 1986 e mai recuperata, in onore della quale l’eremita costruì il santuario. Sul retro si trovava l’affresco con scena di Natività di Marco Palmezzano, ora staccato e custodito nella Pinacoteca forlivese. Caduto in rovina all’inizio del XIX secolo, il tempio venne restaurato fra il 1853 e il 1857 a cura dell’architetto Giacomo Santarelli.
Bibliografia
Giordano Viroli, Chiese ville palazzi del forlivese, Nuova Alfa editoriale, Bologna, 1999, pp. 17-28. Mariacristina Gori, Il santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò e i dipinti dei suoi altari, in Forlimpopoli Documenti e Studi XVI (2005), pp. 115-138.
Silvia Bartoli