Trattoria Delinda
Indirizzo: Via Marecchiese, 345 – Spadarolo di Rimini (RN)
Recapiti tel. 0541/727082
Giorno di chiusura: martedì
Orario di esercizio: pranzo/cena.
Chiusura per ferie: Pochi giorni in gennaio.
Si può prenotare? Si, impellente.
Accettano tutte le Carte di Credito.
Come arrivare, itinerario consigliato: portarsi a Rimini. Chi arrivasse da sud, esca a RN-Sud; chi arriva da nord, esca a nord. Cercare la Marecchiese, la statale che porta a S. Leo, pochi km e lo troverai sulla destra. È poco visibile.
Locale non climatizzato con sala all’aperto (una veranda).
Parcheggio: antistante, gratuito, sempre pieno.
Conosco, e da oltre 30 anni, la Trattoria Delinda. Innanzitutto va detto che, a buona ragione, appartiene di diritto negli elenchi storici dei posti strategici per la degustazione delle tagliatelle-doc, di cui ho già avuto modo di descrivere, in rubrica, parlando dei vari Zanni, Zaghini, Renzi, Casa Aie, Gigina (BO), Eataly-Forlì (by la Giuliana, ex-San Piero). Trattoria Delinda: da 52 anni questa popolar-trattoria ha ancora una gestione tutta familiare e con la storica mamma, una nonnina di 84 anni che trova ancora ha la forza, il coraggio e, soprattutto, la passione, di lavorare ed aiutare in cucina sulle tagliatelle! Cucina: Parliamo di 45 uova per ogni impasto (tanto!) che viene ripetuto anche per 3 volte in una giornata lavorativa.
Precedentemente alla nonna 84enne, c’era sua madre (un’altra ”zdora” romagnola), ed ecco il nome Delinda donde proviene: era il suo nome, parliamo appena del 1884 come data originaria. Nata inizialmente come osteria, negli anni ’30, la Trattoria Delinda ha subito cambiamenti sino a portarsi a quella trattoria che vediamo oggi. L’edificio attuale, risalente all’800, è stato ristrutturato nel 1974 e da allora è rimasto invariato: la mamma è sempre presente ed attiva dal 1972 ad oggi, 53 anni.
Tutta la famiglia verte sulla conduzione della trattoria: menù prettamente romagnolo doc. Tra i clienti Vip abbiamo Fabio Concato e Pif il conduttore televisivo, attore.
Arrivo per primo (in una cena a tre), sulle 19,00 sala ancora vuota e stranamente “silenziosa”: mi intrufolo in cucina, mi bastano 10 secondi per immortalare il tutto, l’occhio scruta e fotografa tutto. Un enorme pentolone d’alluminio, anni ’80, è per il solo ragù che sobbolle leggermente. Ha un bellissimo color rosso dato dall’olio denso che è salito in superficie, né troppo né poco, come piace a me, dà un riflesso goloso, vorrei tanto bagnarci dentro il pane come facevo da ragazzo con mia madre; un altro pentolone più piccolo, alloggia un dolciastro sughetto rosso ai piselli. Tutto pulito, ordinato, senza odori (cosa rara: gli odori sono nefasti per chi ci lavora!) massima cura e dedizione dei cuochi, io guardo tutto con spirito critico ma a debita distanza. Ad un certo punto mi mostrano, orgogliosi, come un trofeo, le fresche tagliatelle: sono adagiate in grandi cassette in plastica alimentare, coperte con una lenzuolina di cotone, mi vien da dir loro loro che esse “dormono”: il cuoco, annuisce, attonito, e capisce la rima poetica.
A tavola. Arriva una enorme fiamminga in acciaio-inox rigatissima, storica, segnata dal tempo con una montagna di tagliatelle: il ragù è posto nel bel mezzo a fontana; le mescolo con cura (a me piace aggiungere un goccio di buon olio di oliva, su quelle “secche” di sugo), la durezza è giusta, quindi saranno “al dente” come chiesto più volte, l’esame sarà positivo. Seguirà un’altra necessaria maxi-porzione di tagliatelle, siamo solo in tre ma mangiamo per cinque; dopo, non sazi, arrivano, degli ottimi quadrati tortelli ripieni di erbe, conditi sempre col solito ragù, quello “profondo rosso” del pentolone mistico. Un po’ di coniglio nostrano non può mancare, afferma con piglio il mio segnalatore, e sia: difatti sarà ottimo. Immancabile il contorno: golosi pomodori fatti in pentola al gratè (mica di quelli fatti il giorno prima, eh!) e melanzane gratinate, buone anche quelle; poi chicca finale, un radicchio romagnolo, vero must per le note proprietà della verdura verde di campo!
Il capitolo del vino: in trattoria, si sa, per economia, c’è quello sfuso (mi cruccia il solo pensiero): questo sangiovese in bottiglia-sfusa è di loro produzione e sarà “potabile”, anzi quasi buono, meno male: sapete sul vino sfuso quante ne ho dette. Qui si salva, come poi tutto, ma, la tagliatella, otterrà, a ragione, la piazza d’onore tra i big.
Dimensione del locale: una mono sala leggermente spezzata da una strettoia, più una saletta esterna solo estiva.
Arredamento e tavola: da trattoria, tovaglia di carta come pure i tovaglioli.
Servizi igienici: enormi, come “una volta”.
La Cucina come area operativa: grande, pulita, razionale.
Tipologia della cucina: romagnola.
Direzione: Famiglia Canducci. Chef: Palmina Fiscaglia.
Target del locale $$$: Medio/basso.
Descrizione Menù:
– Antipasti: della casa (affettato, formaggio molle “squaquarone”, rucola, sottoli); Piadina e formaggi vari. (Ottimi).
– Primi piatti: Tagliatelle (voto 9) al ragù (voto 9) o sugo piselli (voto 8 e ½); Tortelli (voto 9); Gnocchi; Strozzapreti; Passatelli in brodo; Cappelletti in brodo.
– Secondi piatti: Arrosto; coniglio; Piccione arrosto; Galletto; Coniglio (voto 9); carne ai ferri; ecc.
– Contorni di stagione: Pomodori graten (voto 10); Melanzane graten (voto 9); Insalata mista romagnola di campo (voto 9); Insalata mista con tonno e parmigiano (originale).
– Nel Cestino: piadina del tipo riminese, un po’ sottilina, buonissima (voto 10 e lode)
– I dolci: Sorbetto; Tartufo; Tiramisù; Profiterol; Meringa.
– Caffè, amari, varie: nella norma.
– La Cantina/Carta dei Vini: Vino della casa, quindi “sfuso”, di buona qualità (rarità per i vini sfusi voto 8); Poche etichette di ottimi sangiovesi della Romagna.
– E la carta, dell’Acqua: buona acqua minerale riminese, Galvanica.
– L’Olio, il sale & l’Aceto: standard.
Piatti consigliati: Tagliatelle al ragù.
Miniere gastronomiche: Tagliatelle; piadina romagnola.
Verdetto finale: Location esterna 7; Ambiente/Locale 6; Servizio 8; Menù 9-10; Conto: 8.
Effettua il cosiddetto Pranzo Lavoro? Si.
“Sulla Porta”: il locale vanta queste “Placche” e queste Guide:
– 4live.it
– “Via Emilia Ristoranti e contorni” www.viaemiliaristoranti.it
– Confraternita della Tagliatella
– TripAdvisor
Puoi anche provare questi altri Ristoranti in zona: (vedi recensioni/segnalazioni, se presenti):
– Zanni a Villa Verucchio (direzione San Leo, 4 km), vedi recensione. Cucina romagnola; macelleria interna: carne di pregio.
– Puraza: Superstrada per RSM, a 9 km, cucina di pesce e cruditè, già recensito.
– Cosa c’è da vedere in zona: Tanto da vedere: Rimini, in primis; poi la val Parecchia; San Leo a un quarto d’ora di auto (attenzione agli autovelox sulla Marecchiese!)
– Week-end in zona? Certamente si.
– In definitiva: ottimo per lavoro.
Gigi Arpinati