All’Irst inaugurato un nuovo tomografo Pet/Tc di ultima generazione

pet macchina

All’Istituto Tumori della Romagna è operativo un nuovo macchinario altamente sofisticato attraverso il quale sarà possibile potenziare le attività di diagnostica e cura, in particolare quelle focalizzate su tumori neuroendocrini, della prostata e del seno. Un presidio fondamentale per la medicina di precisione ovvero per la scelta delle migliori strategie terapeutiche per ogni singolo paziente. Grazie all’installazione di un nuovo tomografo PET/TC di ultima generazione cresce la dotazione tecnologica dell’Istituto Tumori della Romagna Irst Irccs e, di pari passo, l’attività di studio, diagnosi e cura di tumori. La nuova facility – PET/TC Biograph mCT 20 Flow Siemens – è una strumentazione particolarmente evoluta nell’ambito della medicina nucleare ad alta specializzazione che, fondendo in un’unica immagine informazioni sia sul funzionamento degli organi sia sull’anatomia del paziente, è in grado di visualizzare piccolissime lesioni, facilitando così la diagnosi precoce. L’elevata efficienza della nuova PET/TC inoltre permette di compiere esami accurati in tempi ridotti rispetto al passato migliorando così il comfort del paziente, incrementando la possibilità per Irst di eseguire un maggior numero di esami giornalieri e, di conseguenza, poter ridurre i tempi di attesa.

Il macchinario è stato inaugurato venerdì 15 aprile alla presenza dell’assessore alle politiche per la salute Regione Emilia-Romagna, Sergio Venturi, del sindaco di Meldola, Gianluca Zattini, del presidente Irst Irccs, Renato Balduzzi, del direttore scientifico Irst Irccs, Dino Amadori, del direttore dipartimento delle procedure e tecnologie avanzate e direttore medicina nucleare Irst Irccs, Giovanni Paganelli e della direttrice medicina nucleare diagnostica Irst Irccs, Federica Matteucci. La nuova PET/TC, dal costo complessivo di quasi 2,2 milioni di euro, è stata acquisita anche grazie al sostanziale finanziamento del ministero della salute sui fondi del bando conto capitale anno 2013 (540mila euro) e alla finalizzazione di un contributo della Regione Emilia-Romagna dello stesso anno (300 mila euro). Ad aprire l’evento, Renato Balduzzi, presidente Irst Irccs che, sottolineato l’ultimo straordinario risultato della raccolta del 5 per mille dell’Istituto – “un valore che insieme a quello dello Ior, evidenzia una forza unica nel panorama nazionale – ha indicato – quanto Irst, nelle tematiche di ricerca, ulteriormente sviluppate dalla definizione degli studi clinici di fase 1 – passi importantissimi per il territorio – si confermi riferimento ed esempio in Italia”.

La nuova PET/TC: architrave della ricerca Irst su trattamenti radiometabolici. ll nuovo strumento diagnostico installato in Irst si classifica come “ibrido” ed è composto da un tomografo a emissione di positroni (PET) e da un’apparecchiatura radiologica per tomografia computerizzata (TC o TAC). La possibilità di fondere in un’unica immagine sia informazioni funzionali o metaboliche (acquisibili tramite la PET), sia anatomiche (acquisibili tramite la TAC), garantisce un’elevata accuratezza diagnostica rappresentando, pertanto, uno strumento valido per l’utilizzo sia nella pratica clinica con traccianti già utilizzati sia nel campo della ricerca con radiofarmaci innovativi prodotti dalla radiofarmacia dell’istituto e attualmente in fase di studio. Il macchinario consentirà così di dare impulso a tutti quegli studi che mirano a sviluppare specifiche terapie personalizzate. Utilizzando i test diagnostici PET/TC nella selezione dei pazienti, infatti, si possono individuare le migliori terapie per ogni singolo caso. Questa nuova strategia è indicata con il termine generale di teranostica.

Ad oggi, la combinazione tra diagnostica e terapia nella definizione del miglior piano di trattamento risulta ampiamente consolidata nell’ambito dei tumori neuroendocrini, il cui trattamento pone Irst come centro di eccellenza in Italia e anche all’estero. In particolare, attraverso l’esecuzione di una PET/TC con un particolare tracciante (68Ga-Dotatoc) è possibile definire l’opportunità di trattare il paziente con una terapia radiometabolica utilizzando lo stesso farmaco (Dotatoc), caricato con isotopi (177-Lutezio o il 90-Ittrio) in grado di distruggere il tumore. Alla medicina nucleare Irst Irccs, diretta da Giovanni Paganelli, si prevede di eseguire, nel corso del 2016, oltre 500 trattamenti di questo tipo.
Al saluto di Gianluca Zattini, sindaco di Meldola, Federica Matteucci direttrice medicina nucleare diagnostica, ha illustrato il funzionamento della nuova PET/TC puntando parte del proprio intervento sull’aumento dell’utilizzo della metodica (circa il 7% annuo in Romagna), in gran parte dovuto alla capacità dello strumento di diagnosticare precocemente la malattia e il suo decorso rispetto all’efficacia delle terapie.

Nel solo 2015 Irst ha eseguito 3.255 esami PET (di cui 2.083 per residenti in Romagna) con un tasso medio d’incremento dal 2012, primo anno di piena operatività, pari al 9,1%. Se circa il 40% di tutte le PET eseguite in Romagna è fatta in Irst, forti sono i flussi di ingresso di pazienti extra regionali oltre alla specializzazione, unica in Italia, nell’utilizzo di traccianti innovativi. Aspetto, quest’ultimo, affrontato da Giovanni Paganelli, direttore dipartimento delle procedure e tecnologie avanzate e direttore medicina nucleare Irst Irccs: “la nuova PET/TC ci aiuterà ad individuare e a colpire i bersagli, le cellule malate, con l’energia emessa dai farmaci radioattivi. In particolare, sarà funzionale alla messa in atto di quella che è definita medicina di precisione, importantissima per evitare ai pazienti tossicità inutili e per definire i più giusti percorsi terapeutici. Penso, ad esempio, all’impatto dei nuovi traccianti nella diagnosi e cura dei tumori alla prostata e come questi potranno consentirci in futuro di ridurre la castrazione ormonale. L’impegno di Irst è anche quello di trasferire quanto più rapidamente possibile le nuove metodiche alle altre medicine nucleari operanti in Romagna”.

Grazie alla nuova PET/TC, sarà possibile implementare ulteriori protocolli diagnostico-terapeutici. Tra i primi obiettivi di studio e cura ci sono i tumori alla prostata. La possibilità di localizzare, attraverso isotopi diagnostici (68Ga) e terapeutici (177Lutezio), una proteina denominata PSMA – proteina espressa proprio dalle cellule tumorali prostatiche – apre nuovi orizzonti nel trattamento precoce dei pazienti con ripresa di malattia dopo l’intervento chirurgico o dopo il trattamento radioterapico esterno. In questo ambito sono attivi in Irst due protocolli di ricerca, uno diagnostico e uno terapeutico. Questi studi, primi in Italia, mirano a valutare sia l’accuratezza diagnostica della PET/TC con l’utilizzo del tracciante 68Ga-Psma per l’individuazione delle sedi di recidiva del tumore alla prostata, sia l’efficacia della terapia radiometabolica in aggiunta allo standard clinico, con l’obiettivo di migliorare la prognosi e la qualità di vita dei pazienti. Per ciò che concerne il tumore alla mammella, si stanno portando avanti in Irst studi che prevedono l’utilizzo della PET con il tracciante 18F-estradiolo quale strumento specifico per selezionare le pazienti da avviare alla terapia ormonale o alla chemioterapia.

È di prossimo avvio, inoltre, il progetto Arthe che rappresenta una nuova metodica per il trattamento di piccoli tumori non palpabili della mammella identificati nell’ambito dello screening oncologico. Con Arthe (acronimo di Avidination for Radionuclide Treatment), si indica una tecnica di facile esecuzione che prevede l’iniezione locale, all’interno della piccola cavità creata dal prelievo di materiale durante la biopsia, di una soluzione minimamente radioattiva capace di distruggere le cellule tumorali. La verifica dell’efficacia di questa tecnica attraverso la quale sarà possibile ridurre il numero di interventi chirurgici, necessita di un controllo mediante PET/TC. La possibilità di utilizzare in modo sinergico nuovi macchinari con capacità di diagnosi sempre più precoce e strumenti terapeutici personalizzati e minimamente invasivi, rappresenta un passo in avanti sia in termini di efficacia che di aumento della qualità di vita dei pazienti.

Dino Amadori, direttore scientifico Irst Irccs: “Il sistema che governa la ricerca in questo territorio, dove l’Istituto e le realtà oncologiche aziendali sono in forte sinergia, porta risultati eccezionali di cui i primi beneficiari sono i pazienti che possono godere di farmaci innovativi, senza costi per il sistema. Capisaldi per mantenere questo schema che ha nella ricerca il suo cuore: le tecnologie avanzate, le collaborazioni tra le varie componenti – in futuro, auspichiamo nell’ambito del Comprehensive Cancer Care Network, nel quale i già ottimi risultati potranno essere esaltati all’ennesima potenza – le relazioni tra le Istituzioni nazionali ed internazionali perché il sapere non ha confini, dev’essere libero e universale”.

A concludere l’inaugurazione Sergio Venturi, assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna: “Possiamo festeggiare perché la medicina di precisione di cui si è parlato oggi e che in questo Irccs è pratica, sia patrimonio di tutti i cittadini. Nella nostra Regione, nel nostro Paese, non si deve metter la mano alla tasca per curarsi. Il nostro sistema universalistico è un patrimonio che conserviamo gelosamente, diversamente da quanto accade in altri Paesi d’Europa. Occorre esser consapevoli che questo bene dobbiamo guadagnarcelo giorno dopo giorno. È riconosciuto che il nostro sistema sanitario regionale sia il più efficiente in Europa, il terzo nel mondo. Tante cose possono esser migliorate, altre le stiamo affrontando – tra cui, nella seconda parte dell’anno, metteremo, metterete mano insieme alle conferenze socio-sanitarie, alla riorganizzazione della Rete ospedaliera e anche alla Rete oncologica. Vogliamo predisporre un documento in grado di tracciare le linee di stabilità e sviluppo che sia di lungo respiro. Ciò, fermo restando che le norme, i documenti, non debbano diventare una scusa: sono i professionisti che devono collaborare, devono definire le reti. Chiudo portando all’attenzione di tutti, chiedendo così aiuto a chi ogni giorno si confronta con la ricerca, il tema dei nuovi farmaci: a fronte della meraviglia della medicina personalizzata, allo sviluppo di protocolli e farmaci sempre più efficaci e ritagliati sul singolo paziente, occorre tener presente l’impatto economico che tutto questo comporta, in quanto si tratta di terapie dai costi ingenti. Dobbiamo rendere compatibili la crescita dei costi dei farmaci innovativi con la tenuta del sistema”.

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