Il report “Qualità acque marine in Emilia Romagna” recentemente pubblicato da Arpa in relazione alla loro idoneità alla balneazione durante la stagione estiva 2015 ci offre un quadro chiarissimo ma purtroppo allarmante a causa di un peggioramento delle acque in ben 7 rinomate località turistiche al punto che una delle quali rischia perfino la chiusura permanente della balneazione per motivi igienico sanitari. Se da un lato infatti il 95% delle acque costiere sono state classificate di qualità “eccellente” in base a risultati di analisi incontrovertibili, la realtà risulta ben diversa. Ma prima di affrontare quello che nel report “va male” partiamo proprio da quel 95% che “va bene” facendo però una premessa non certo di poco conto: stiamo parlando di acque classificate eccellenti in cui però è “normale” che lo siano perché mancano i potenziali mezzi inquinatori cioè fiumi, canali e corsi d’acqua. Un po’ come rilevare che il sole scalda.
A questa premessa va aggiunto invece un fatto rilevante per farsi un opinione oggettiva; nella classificazione della qualità delle acque di balneazione giocano un ruolo determinante le analisi di routine i cui risultati ne determinano poi la classificazione e l’eventuale declassamento ma che però non vengono mai effettuate nelle “misure di gestione preventiva” che comuni come Rimini, Riccione, Comacchio, Cesenatico, Bellaria-Igea Marina e Cattolica sono costretti ad attuare chiudendo automaticamente la balneazione quando, in caso di pioggia, vengono aperti gli sfioratori che sversano in mare o nei fiumi liquami fognari. In quel 95% di acque classificate comunque eccellenti c’è quindi, per esempio anche il Comune di Rimini, che adotta da anni l’ordinanza balneare “Divieti di balneazione temporanei e relative misure di gestione” in cui si stabilisce che, per la tutela della salute pubblica, durante la stagione balneare 2015, in caso di pioggia persistente e/o di notevole intensità tale da causare l’apertura dei seguenti sfioratori di piena:
– Torre Pedrera – Pedrera Grande
– Torre Pedrera – Brancona
– Viserbella – La Turchia
– Viserbella – La Sortie
– Viserbella – Spina – Sacramora
– Rivabella – Turchetta
– Deviatore Marecchia – Rivabella
– Deviatore Marecchia – Bypass Depuratore Marecchiese
– Deviatore Marecchia – Bypass Depuratore Santa Giustina
– Rimini – Ausa
– Bellariva – Colonnella1
– Bellariva – Colonnella2
– Rivazzurra – Rodella
– Miramare – Roncasso.
Sia vietata temporaneamente la balneazione nell’intera acqua di balneazione corrispondente agli sfioratori interessati dall’apertura delle paratoie, sia durante l’apertura degli stessi che per le 18 ore successive alla loro chiusura. Le 86 aperture degli sfioratori fognari avvenute l’estate scorsa hanno causato quindi l’automatica chiusura temporanea della balneazione nei tratti sopraindicati quantificabile temporalmente in 85 giorni, ma quegli sversamenti inquinanti non giocano alcun ruolo nella classificazione d’eccellenza di quelle acque perché legittimamente non rilevati dalle analisi. E questa, per intenderci, è la parte informativa del Report che “va bene” ma che se contestualizzata con informazioni aggiuntive assume decisamente un valore diverso. La parte che va decisamente male è il declassamento di alcune zone balneabili di rinomate località costiere in cui sono presenti fiumi o canali, al punto che per l’estate imminente in una delle spiagge di Riccione la legge imporrebbe il divieto permanentemente di balneazione. Ma veniamo all’elenco delle località declassate:
La classificazione dell’acqua di alcune spiagge dei comuni di Gatteo, Bellaria-Igea Marina, Rimini, Misano Adriatico, Cattolica, elaborata sui dati triennali di monitoraggio 2012-2015 è passata da “Eccellente” a “Buona” mentre per alcune spiagge di Savignano Sul Rubicone, Rimini, Riccione e Cattolica è passata da Buona a Sufficiente. Ricordo che la qualità delle acque di balneazione è un criterio imperativo per poter almeno partecipare all’assegnazione della Bandiera Blu: “solo le località, le cui acque sono risultate eccellenti nella stagione precedente possono presentare la candidatura”. A queste località, come anticipato sopra, va poi aggiunta “Riccione – Foce Marano 50 m N “in attesa di classificazione” perché declassata l’anno precedente a “Scarsa” e nel caso di acque di balneazione classificate “scarse”, l´acqua risulterebbe obbligatoriamente chiusa alla balneazione (D.Lgs. 116/2008 art. 8, comma 4, lettera a, punto 1) per lo meno fino a quando l´individuazione delle cause e la riduzione/eliminazione delle stesse non abbiano ripristinato una qualità almeno “sufficiente”.
Le Autorità competenti, nel rispetto di quanto previsto dall’art.8 D.Lgs.116/08, hanno adottato misure di gestione ritenute adeguate e, nella convinzione di aver individuato e risolte le cause (come da nota del Comune di Riccione Prot. 48263 del 27/11/2014), hanno avanzato al Ministero della Salute la proposta di ripristinare il set di dati da utilizzare per la classificazione e di iniziare la stagione 2015 come “Acqua in attesa di classificazione”. La proposta è stata accolta previo parere favorevole della Commissione europea (comunicazione del 3 marzo 2015). Attenzione però, questo parere favorevole difficilmente potrà arrivare perché la legge parla chiaro e prevede che siano soli i fatti, cioè i risultati analitici positivi, a poter sbloccare eventualmente il divieto, solo quelli. In pratica dopo analisi triennali gravemente fuori norma i cui risultati declassino la qualità di quell’acqua di balneazione a “scarsa” la chiusura permanentemente della balneazioni è obbligatoria fino a quando, dopo aver risolto i problemi che ne causano le gravi criticità ambientali, non arriva la “carta che canta” cioè i risultati positivi delle analisi che si otterranno durante la stagione interdetta. Un´acqua di balneazione classificata “scarsa” non può quindi in alcun modo essere balneabile; può divenirlo solo nel caso in cui un miglioramento della sua qualità la porti a raggiungere la classe “sufficiente” o superiore che, come già detto, può essere determinata solo dalle analisi eventualmente positive dell’estate a venire. Infatti una volta attuate le misure di risanamento l´acqua può essere sottoposta a monitoraggio e nuovamente classificata sulla base degli esiti analitici ottenuti (D.M. 30/03/2010 art. 2, comma 7 e D.Lgs. 116/2008 art. 7, comma 5, lettera b).
È bene ricordare che le analisi delle acque di balneazione della foce del Marano, hanno mostrato per anni criticità ambientali gravi, e proprio lo scorso agosto, lo sforamento dei limiti previsti dalla legge più alto dell’intera costa romagnola (oltre 100 km), di tutti i 93 specchi d’acqua presenti, di tutte le analisi ed i campionamenti effettuati (oltre 1000) dell’intera stagione balneare 2015. Nonostante ciò, violando la legge ed in spregio alla salute pubblica dei turisti, il sindaco R. Tosi non ha obbligatoriamente chiuso la balneazione, della serie “The shit must go on”!
Articolo pubblicato anche nella pagina Facebook “La Voce Romagnola”