Da mercoledì 22 a venerdì 24 giugno, dalle ore 18,30 ‘Dante. Tòta la cumegia‘ 2016, lettura no stop delle intere tre Cantiche della “Divina Commedia”, evento giunto alla seconda edizione. Quest’anno la lettura dei Canti danteschi avrà come scenario tre diverse ambientazioni: la Rocca di Ravaldino (Inferno, 22 giugno), il salone di Palazzo Albicini (Purgatorio 23 giugno), ex Chiesa di San Giacomo (Paradiso 24 giugno). Le serate avranno inizio alle ore 18.30, l’ingresso è libero.
La Romagna è la terra che per prima ha accolto e ospitato il sommo poeta quando era in esilio. In particolare a Forlì Dante ha alloggiato ospite degli Ordelaffi, immediatamente dopo la sua partenza da Firenze. In Romagna, a Ravenna, il poeta è morto e nella Commedia questa regione è spesso cantata come una terra ospitale. Numerose famiglie, frequentate direttamente dall’illustre ospite, sono elencate in diversi Canti e tante località, visitate dal poeta fiorentino, sono descritte con scrupolosità e accuratezza di dettagli.
A partire dalla strettissima relazione tra Dante e la nostra terra prende il via la seconda edizione di “Tòta la cumègia”, un progetto che cresce d’importanza di edizione in edizione.
Si tratta di un evento durante il quale viene proposta la lettura dell’intera “Divina Commedia”. In tempi in cui arte e poesia sono sempre più considerate un bene intimo e privato, si vuole restituire l’antico carattere di immediatezza popolare al più grande capolavoro della nostra letteratura.
Franco Palmieri, direttore artistico dell’evento, ha già proposto questo progetto con successo a Firenze per 10 anni, a Milano, a Bellaria, a Bologna, a Chicago, a Ravenna e, per tre edizioni (nel 2011, 2012, 2015) nella nostra città.
In tre serate consecutive cantori volontari, studenti, professionisti, amministratori pubblici e attori potranno declamare il “loro” Canto della “Divina Commedia”, fino a completare l’intera opera. Ogni Canto potrà essere recitato da gruppi o da singoli. I cantori potranno interpretare Dante con la loro sensibilità, per condividere l’immortale bellezza della “Divina Commedia”. Inoltre ogni Canto potrà essere recitato utilizzando lingue e dialetti d’origine.
L’evento è una performance corale, aperta a tutti, che nasce dalla riscoperta dell’attualità di Dante. per ricordare che la lingua del Sommo Poeta è stata, ed è tuttora, un raro e prezioso elemento di unificazione del nostro Paese.
Anche quest’edizione, come quella dello scorso anno, è dedicata alla memoria di Andrea Brigliadori, il “Professore”, che è stato, per generazioni di giovani forlivesi e non solo, un maestro e un punto di riferimento culturale. Brigliadori ha sempre indicato nella nostra tradizione letteraria una sicura fonte di educazione e di formazione. In particolare è stato un vero discepolo di Dante, promuovendo e partecipando a numerose letture dantesche, sia a Forlì sia nei territori romagnoli attraversati dal Sommo Poeta. In particolare ha partecipato alle prime due edizioni di “Tòta la Cumègia” come lettore del Canto XXVI dell’Inferno. Ed è per questo che quest’anno, durante la serata inaugurale del 22 giugno, tra il Canto XXV e il Canto XXVI dell’Inferno la lettura verrà brevemente interrotta da Denio Derni che terrà un breve ricordo dell’amico scomparso, in occasione di quello che sarebbe stato il giorno del suo compleanno.
Infine, il Canto XXXIII del Paradiso, quello che chiude l’intera Commedia, sarà letto quest’anno da Massimo Foschi, il grande attore forlivese, amico fraterno di Andrea Brigliadori, nella splendida cornice dell’ex Chiesa di San Giacomo.
Domenica 5 giugno, alle ore 21,00, alla Fabbrica delle Candele, in piazzetta Corbizzi a Forlì, nell’ambito della manifestazione: “Dante. Tòta la cumegia” 2016 Conferenza/laboratorio dal titolo: “Smarriti. Un laboratorio nella selva oscura”. Relatore sarà Franco Palmieri, direttore artistico di “Dante. Tòta la Cumegia”.
La Divina Commedia è come Google: c’è tutto. Dobbiamo solo cliccare e navigare. Allora ecco un laboratorio di smarriti che cercano, un laboratorio per esplorare i particolari di un infinito labirinto di parole, localizzato in una foresta intricata e ricca di poesia. Dante non racconta storie, racconta sé stesso e occorre viaggiare e guardare come lui. Nella foto, da sinistra: don Enrico Casadei Garofani, Andrea Sansovini, Elisa Giovannetti, Franco Palmieri.