Bocciata, nell’ultima seduta del consiglio comunale, la mozione del M5S che proponeva di azzerare la percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare come sussidi pubblici all’edilizia di culto e di impiegare tali risorse per un fondo dedicato alla spesa corrente delle scuole. Una mozione che secondo il M5S metteva in chiaro un principio: “la scuola e l’istruzione devono poter essere garantite e sostenute con i dovuti finanziamenti e non, viceversa, sacrificate sull’altare di una scelta politica o religiosa di parte o, peggio, per mero vantaggio di partito”.
“Nei fatti, le istituzioni dirottano alle Chiese risorse economiche sottraendole ai bilanci pubblici: alcuni di questi finanziamenti sono noti, seppur superficialmente, come l’8×1000. Altri sono invece ignoti ai più, 5×1000, esenzioni Irpef per erogazioni liberali, esenzioni Imu (Ici, Tares, Tasi, Tari), riduzione Ires, riduzione Irap, esenzioni Iva, insegnamento della religione cattolica nelle scuole, contributi statali alle scuole cattoliche, beni immobili statali adibiti a edifici di culto, contributi delle amministrazioni locali, provinciali, regionali alle scuole cattoliche… solo citando i capitoli più corposi. Complessivamente si arriva a quasi 6,5 miliardi di euro l’anno (fonte UAAR) di soldi dello stato erogati alle confessioni religiose”: spiega il Movimento 5 stelle di Forlì.
Tra questi ultimi spicca una tassa nascosta, sconosciuta ai più, che una legge dello Stato prevede possa essere stornata a vantaggio delle opere relative a chiese ed edifici per servizi religiosi: si tratta di un’importante fetta degli oneri di urbanizzazione secondaria che i Comuni italiani, a loro discrezione, letteralmente “regalano” alla Chiesa Cattolica e anche ad altre Chiese, sottraendo così fondi spesso di vitale importanza a servizi pubblici come: asili nido, edilizia scolastica, servizi sociali. Triste coincidenza è la notizia di questi giorni della soppressione della colazione dal servizio di ristorazione delle scuole d’infanzia forlivesi, comunicata ai genitori con una asettica nota senza fornire spiegazioni.
“Quello che non tutti sanno – spiega il M5S – è che un recente parere della Regione Emilia Romagna ritiene non più applicabili le disposizioni che stabiliscono che il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria debbano essere destinati alle chiese ed altri edifici per attività religiose, e sottolineiamo noi, tanto più in un momento di crisi economica come questo”.
Con queste premesse il M5S di Forlì ha ritenuto importante lanciare un segnale e spostare queste elargizioni alla scuola pubblica.
“La nostra mozione – spiegano i consiglieri comunali Simone Benini e Daniele Vergini – presentata nel settembre 2015, è rimasta congelata in attesa di una proposta della giunta per un anno. Quasi un record! Ebbene, quando la proposta è finalmente arrivata in aula per la discussione e il voto ci siamo sentiti presi in giro. Il Pd in sostanza propone di lasciare inalterata la percentuale del 7% ma i sussidi potranno essere utilizzati non più per l’edilizia di culto standard ma solo per progetti con finalità sociale… Insomma, un gioco delle tre carte, dove gli stessi sussidi escono dalla porta e rientrano dalla finestra per arrivare agli stessi soggetti di prima. I soliti “artifizi contabili”. Una delusione, soprattutto per aver concesso tanto tempo alla Giunta, in questo caso guidata dall’assessore all’edilizia Francesca Gardini, per ricevere una proposta che a nostro parere risulterà uno sforzo inutile con l’unico, triste, risultato di cambiare tutto affinché nulla cambi”.
Il M5S di Forlì ricorda da un lato che: “la scuola e l’istruzione sono una delle priorità del nostro programma” ed evidenzia dall’altro che: “questa amministrazione comunale non è nuova a elargizioni più o meno ingiustificabili alla Chiesa a danno di altri capitoli di spesa che potrebbero essere sostenuti”. Un esempio significativo? L’elargizione di 6.000 euro per la cerimonia di nomina di mons. Erio Castellucci a vescovo di Modena-Nonantola, già oggetto di una nostra segnalazione alla Corte dei Conti “perché non seguiva le regole per l’elargizione di questo tipo di contributi”.
“La mozione che proponeva di azzerare la percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare come sussidi pubblici all’edilizia di culto avrebbe potuto riscattare la credibilità di questa maggioranza che si presenta, solo a parole, come di sinistra ed a-confessionale, ma nei fatti si è dimostrata politicamente succube di un certo tipo di poteri. E per l’ennesima volta il Pd si è mostrato diviso al suo interno. Sì, perchè la mozione è stata bocciata con il voto del gruppo Pd, ma nonostante l’accoglimento di un emendamento del suo consigliere Zanetti che alla fine ha votato in divergenza al suo partito”: concludono i consiglieri comunali del M5S Simone Benini e Daniele Vergini.
Cliccare sull’immagine in alto per vedere parte della seduta del Consiglio Comunale di Forlì del 27 settembre.
2 commenti
Quei soldi potrebbero essere spesi per servizi utili a tutti, non solo a favore di una parte; i politici che hanno votato contro probabilmente non hanno presente il concetto di laicità e di (vero) bene comune.
quelli che hanno votato no è perché, molto probabile, una parte dei soldi se li intasca, è una vergogna che una proposta così necessaria e ragionevole sia stata rifiutata, e apre gli occhi su quanto poco, chi ha votato, abbia a cuore il bene della collettività