In queste settimane è arrivata la notizia che la Diga di Ridracoli ha ricevuto il riconoscimento come una delle migliore opere di ingegneria di questo tipo nel mondo. L'”International Milestone High Concrete Dam Project” verrà consegnato a Romagna Acque Società delle Fonti SpA, la società pubblica che ne è proprietaria, nelle prossime settimane in Cina. Come già affermato nei giorni scorsi dal deputato Marco Di Maio, anche il sindaco di Santa Sofia Daniele Valbonesi, vuole sottolineare l’importanza di questo riconoscimento che è il frutto di un lungo percorso iniziato nel 1966 con la nascita del Consorzio Acque e proseguito poi con la costruzione della diga di Ridracoli, di tutta la rete di distribuzione e la trasformazione in Romagna Acque Società delle Fonti SpA.
“Un riconoscimento di cui va dato atto a chi negli anni ha gestito la società con lungimiranza e autorevolezza, a partire da Icilio Missiroli, Angelo Satanassi e Giorgio Zanniboni che furono gli amministratori capaci di creare un progetto storico, arrivando agli attuali, al presidente Tonino Bernabè e all’AD Andrea Gambi che continuano a portare avanti la mission di una società che per prima è riuscita ad unire i comuni della Romagna” spiega Valbonesi.
Un riconoscimento che ci ricorda quanto sia importante la risorsa idrica per lo sviluppo del territorio, per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici, come servizio per i cittadini e per le attività produttive, basti pensare a quanto ha inciso sul turismo nella riviera adriatica. Un riconoscimento a chi lavorò nel cantiere della Diga oggi premiata e, in particolare a chi, in quel cantiere, perse la vita. Possono apparire pochi, viste le dimensioni del cantiere e il periodo di costruzione, ma furono troppi, come per tutte le volte in cui c’è una morte sul lavoro.
Infine un riconoscimento che va alla generosità di un territorio, quello dell’alto Bidente, che con grande lungimiranza ha messo a disposizione di tutti la risorsa idrica. Una scelta che oggi può sembrare banale ma che ha voluto dire trasformare e modificare il ciclo naturale, cancellare case, sentieri, campi, spazi a cui persone erano legate anche sentimentalmente. Una scelta che si è rivelata vincente e che la gente di queste terre vuole e deve continuare a rivendicare orgogliosamente come tale.