Illegittimi i contratti a termine che l’amministrazione comunale di Forlì e l’unione dei Comuni della Romagna Forlivese aveva stipulato nei confronti di sei agenti della Polizia Municipale. A dirlo il Tribunale di Forlì – Sezione Lavoro – che ha accolto il ricorso presentato da sei agenti di Polizia Municipale, di età compresa tra i 31 ed i 49 anni, che avevano lavorato come precari per complessivi 36 mesi ciascuno. Terminato il servizio e rimasti senza lavoro, gli agenti della Pm che si sono visti negare l’assunzione a tempo indeterminato hanno deciso di far causa agli enti pubblici e, assistiti dall’avvocato Riccardo Benvenuti dello Studio Alba di Grosseto, si sono rivolti al Giudice, il quale, alla fine, ha riconosciuto i loro diritti.
“Il Tribunale del Lavoro di Forlì – confermano allo Studio Legale Alba – ha accertato l’illegittimità dei contratti a termine ed ha riconosciuto ai ricorrenti un indennizzo pari, per ognuno di essi, ad otto mensilità della retribuzione, oltre alla rivalutazione monetaria, agli interessi ed alle spese di assistenza legale. Attendiamo comunque la motivazioni della Sentenza per una completa valutazione della decisione”.
“È un primo punto a nostro favore – sostiene il portavoce dei precari – attendiamo di capire che cosa intenda fare il Comune ma siamo soddisfatti del fatto che il Tribunale abbia riconosciuto il nostro diritto. Siamo comunque disponibili ad un confronto con la controparte”.
A salutare con soddisfazione l’esito del processo sono Simone Benini e Daniele Vergini, consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, che da anni hanno sostenuto la causa dei lavoratori precari della Polizia Municipale di Forlì e dell’Unione dei Comuni portandola all’attenzione dell’opinione pubblica e dello stesso consiglio comunale, e che nell’occasione commentano: “I precari dopo 36 mesi di lavoro di fatto equiparato alle funzioni di un effettivo agente di ruolo si sono trovati lasciati a casa senza rinnovo a dispetto delle promesse dell’allora sindaco Balzani. Si tratta di una doppia debacle per il Comune che da un lato si vede costretto a corrispondere le spese stabilite a giudizio e dall’altro somma come investimenti inutili i costi per il vestiario e la formazione degli agenti precari della Municipale, a fronte di un’endemica carenza di personale”.
“Tanto valeva assumere i sei lavoratori che sono stati costretti a fare causa e far funzionare al meglio l’attività della Polizia Municipale. Organismo – essenziale per garantire la sicurezza stradale e urbana – dove la confusione regna sovrana. In questi anni in assenza di un ricambio ai vertici della Pm si è preferito il mantenimento in organico di 3 vice comandanti e garantire un aumento di stipendio di 10.000 euro all’anno per gli ultimi anni all’ex comandante Elena Fiore piuttosto che rinnovare l’incarico a più di una decina di vigili a tempo determinato, lasciando irrisolti i nodi strutturali del settore: controllo del territorio a macchia di leopardo, costi che non sono diminuiti e servizio che semmai è peggiorato”: conclude la nota del Movimento 5 stelle di Forlì.