«Mercoledì scorso una ragazza accusa un malore in piscina: il bagnino e gli addetti intervengono su sollecitazione dei presenti ma si rende necessaria la presenza di un’autoambulanza, la quale chiamata dal personale della piscina arriva in pochi minuti. La ragazza fa fatica a respirare ma poi si riprende e i suoi genitori, nel frattempo accorsi in piscina, confortati dallo stato apparente della figlia decidono di portarla a casa. Ma le difficoltà respiratorie persistono e quindi, allarmati, la portano al pronto soccorso dove le somministrano bronco dilatatori, cortisone e risolvono l’emergenza. Altri compagni di squadra della ragazza accusano gli stessi sintomi anche se fortunatamente in tono minore.
In tutto questo ci saremmo aspettati che il gestore della piscina si fosse scusato, avrebbe ammesso che il personale poteva essere più reattivo, che la ventilazione della vasca era troppo bassa per permettere al cloro di non decantare ed essere, quindi, nocivo per chi era in vasca. Purtroppo nulla di tutto ciò, perché, evidentemente, la salute degli utenti è irrilevante, quindi attacca la squadra di nuoto di cui fa parte la ragazza prima con un post su Facebook, etichettando tali segnalazioni e casi di malessere, come semplici voci di corridoio, e poi scrivendo al Comune e all’Ufficio Sport per affermare che il malore è stato causato non da una sua eventuale negligenza nella gestione dell’impianto ma dalle sostanze non meglio definite che questi atleti assumerebbero!
Inoltre, accusa pubblicamente che questi atleti eseguono allenamenti di elevata intensità in condizioni di non adeguato fabbisogno energetico, gettando quindi ombre sulla professionalità riconosciuta degli allenatori e dei nutrizionisti che li seguono da anni, dimenticandosi che si tratta di una società di agonisti che praticano il loro sport preferito con risultati non riscontrabili in altre realtà locali. Accusa pubblicamente anche i genitori di irresponsabilità in quanto permettono a minori di subire tutto questo.
L’accusa è gravissima, e chiama in causa, non si sa con quali prove, tutti gli atleti della citata società, esordienti e categorie superiori. Ora, se il gestore si voleva scagionare per quello che è successo lo scorso 31 maggio, si dovrà anche destreggiare fra le azioni che i genitori dei ragazzi, anche minorenni, hanno intenzione di intraprendere. Pensare, poi, che stiamo parlando di un impianto pubblico di proprietà comunale, rende ancora più allarmanti le dichiarazioni e le affermazioni fatte, così come stupisce il silenzio dell’Amministrazione Comunale se non fosse per la minoranza che è allibita come noi».
I genitori del G.S. Forlì Nuoto