«Il nostro territorio sta vivendo un periodo di siccità terribile ma chi si dovrebbe preoccupare di quanto sta accadendo prendendo misure adeguate per fornire l’acqua ai cittadini e per salvaguardare i fiumi sta prendendo il problema sotto gamba. Lo hanno fatto i sindaci, lo sta facendo la regione, lo fa l’Arpa, lo fa la Regione. Infatti i Verdi hanno dovuto prima invocare le ordinanze da parte di sindaci disattenti, che prescrivessero i risparmi idrici, poi hanno dovuto chiedere ripetutamente la sospensione delle gare di pesca nei corsi d’acqua in secca. Inoltre abbiamo dovuto chiedere anche la sospensione della caccia e il rinvio dalla sua apertura ma a quel che si vede la Regione, succube della lobby dei cacciatori che potranno fare strage di una fauna stremata e alla disperata ricerca di acqua, non vuole sentirci.
Adesso scopriamo che l’Arpa, con i fiumi in secca, autorizza prelievi dai corsi d’acqua concedendo deroghe per diverse ore al giorno. Succede sul torrente Marzeno, quello che passa per Modigliana, ormai interamente prosciugato per la coltivazione dei Kiwi. Succede nel Rabbi, anche in questo caso per il kiwi. Ricordiamo che poche settimane fa a Modigliana l’acqua veniva distribuita con le autobotti e che nel “summit” del 7 agosto era stato annunciato che sarebbero state monitorati i prelievi d’acqua, dal momento che si doveva fare ricorso alle fonti sul Tramazzo (che si unisce al Marzeno) per risolvere il problema della mancanza di acqua. I fiumi sono moribondi, il Marzeno poi è già sepolto, il Rabbi idem, ma l’Arpae concede deroghe per diverse ore di prelievo al giorno per innaffiare i kiwi.
Questi sono i frutti delle insensate “riforme” prodotte da un governo incompetente che ha istituito autorità di bacino grandissime inserendo in quella del Po anche i fiumi della Romagna, che come è noto nel Po non ci finiscono, e delle ancor più acefale “riforme” della Regione che ha stabilito che i pareri riguardanti i prelievi idrici nei fiumi e nei torrenti romagnoli vengano chiesti all’Autorità di Distretto, che si trova a Parma, che nulla sa dei nostri fiumi e che soprattutto non è un organo tecnico. Si vuole capire che i problemi del territorio devono essere governati alla scala a cui si pongono, secondo ambiti decisi dalla Natura e non dalle cervellotiche decisioni a tavolino di politici “riformatori” privi di adeguate conoscenze? Si vuole capire che una coltivazione di quel tipo, così idroesigente è incompatibile con il nostro territorio? Cosa si aspetta per cambiare quelle coltivazioni che risultano così dannose per la collettività? Come è stato possibile ridurre un ente sensibile ai problemi ambientali, l’Arpa, in un erogatore di deroghe e costretto a porre poca attenzione nei loro confronti»?
Federazione dei Verdi di Forlì-Cesena