Pizzeria Primula Rossa di Civitella di Romagna

Il + e il Menu

Pizzeria Primula Rossa
Indirizzo: P.zza XXV Aprile 5 a Civitella di Romagna
Recapiti tel. 0543/983217
Giorno di chiusura: mercoledì
Orario di esercizio: solo cena; pranzo per festività paesane (esempio Fiera dei Santi)
Si può prenotare e accettano tutte le Carte di Credito.
Come arrivare/itinerario consigliato: portarsi a Civitella di Romagna (s.s. per Santa Sofia, Campigna, per capirci); dopo il crocevia del centro, sulla destra troverai una piazza, è sull’angolo interno.
Parcheggio: antistante.
Il locale è climatizzato e ha una bella veranda.

Federica e Cristian sono i titolari della Pizzeria Primula Rossa. Federica è la figlia della prima titolare: la madre ha creato 40 anni fa la Trattoria che è stata trasformata successivamente in sola Pizzeria 12 anni fa. I fondatori si erano stancati, largo ai giovani. Perché abbandonare la Trattoria per fare solo pizza? Seguire tutto era difficile, specie sulla cucina: da qui la scelta del dedicarsi ‘solo’ alla pizza, passione dei coniugi e soprattutto del marito, il maestro Cristian, pizzaiolo da oltre 25 anni.

Resta la dinamicità delle due tipologie di locali (Ristorante/Pizzeria) e l’annosa “rotazione economica dei tavoli”. Questa scelta abbinata della Pizzeria Primula Rossa all’aprire solo la sera, scelta opinabile dettata dalla gestione. La legna usata per il camino, pura e rara a trovarsi. In tanti purtroppo usano i masselli pressati con di tutto dentro (compresi i collanti).
L’arredamento della Pizzeria Primula Rossa è retrò e ci sono molti libri; a tavola avremo la sorpresa del menù infilato in un libro.

L’arredamento: tavoli in legno massello con robuste sedie, arredo legno scuro e vecchie credenze, romagnole; tovaglietta di carta-straccia con posate di buona fattura avvolte in ampio tovagliolo, classico per la pizzeria.
La filosofia mangereccia è quella della ricerca del meglio, prodotti buonissimi ricercati e sempre sotto osservazione (il prezzo è relativo).

Parlando col Maestro Pizzaiolo, un argomento è stato quello delle farine: in 10 anni hanno sperimentato farine particolari, grani ricercati macinati a pietra. Il distinguo è posto tra farine ultra lavorate, per la (nefasta) panificazione moderna e quelle di suo utilizzo più grezze, anche se la pizza, mi spiega, è un grande-lievitato difficile da gestire. Ecco Farro Integrale, Farina Senatore Cappelli/rimacinata, la Farina “comune” è una Zero che deve sostenere la lievitazione naturale (mediamente 48 ore).

Cristian usa due distinti tipi di lievito: sulla farina macinata a pietra (più grezza) lievito naturale madre; sulla farina più comune, per la pizza al tegamino, il lievito di birra che va usato con cognizione di causa pena non utilizzare farine troppo raffinate! Classe: purezza intellettuale culinaria. La farina troppo lavorata è una rovina, quasi rimpiangiamo la crusca!

La pizza classica lievita poco più di 24 ore; altri impasti variano sino a 48 ore, sempre in maniera professionale, posta in frigo a 10 gradi, nulla è lasciato al caso. Col lievito naturale si può arrivare a tre giorni e ciò è dato dal motivo che detti lieviti sono “lenti” nell’arrivare alla giusta maturazione. Musica per le mie orecchie, filosofia di vita.
Nomi. “Agostino” è l’affettuoso nome che Cristian ha dato al suo lievito, ne parla come fosse un bimbo e in effetti il lievito è “vivo”; l’enfasi mi prende mentre scrivo l’articolo. Ho fame.
Sulla vita del lievito, il Maestro lo rinnova ogni 10 anni per sua precisa scelta: gli ho ricordato Melegatti azienda in chiusura, i dipendenti lavorano gratis per non fare morire il lievito che ha 110 anni di vita! Ma questo è un lievito per dolci, seppur buono ma industriale.

Il Maestro usa fare il pane con l’impasto della pizza, utilizzo per suo uso/consumo e lo vorrebbe vendere in bottega. Ci arriva (il pane fatto da impasto di pizza è buonissimo).
Alla Pizzeria Primula Rossa arriviamo in tre: io, un mio segnalatore ed un mio familiare, ex-cuoco. Avevo già prenotato il tavolo in occasione della festa paesana della “Fiera dei Santi” (22-29 ottobre e 1 novembre). Con una scusa chiedo di essere il primo ad arrivare. Fuori un bel gazebo in legno, mi ha ricordato un po’ Parigi. Entriamo e ci accoglie un bel caldo: camino più stufe a legna scaldano l’ambiente.

Degustazione. La pizza è ottima ma quello che mi ha sorpreso è il Tegamino: su questa ho una rigida scuola meridionale ma il Tegamino della Primula Rossa, molto alta, ben cotta, genuina, digeribile, mi ha sorpreso e assegniamo (tutti hanno degustato) massimo dei voti.
La pizza è buonissima ma lo standard della pizza napoletana (morbidissima con mega cornicione) non è quello: questa, ottima, un po’ più secca sul bordo.
Il Pani-Pizza è un’altra grossa novità: un pane cotto a cui viene tolta la mollica, farcito con vari ingredienti, buono.
La focaccia di apertura, posta sul Cestino del pane (che non c’è) mi ha sconvolto per la bontà, odori, sapori, mi ha riportato indietro di 45 anni a Cusercoli, quel forno, che non c’è più, che faceva una focaccia così genuina. Questione di farine, ma non solo.
Dimensione del locale: media grandezza, circa 60 coperti, l’ideale; spazio tra i tavoli. Più la saletta esterna, piccola, fine, intima.

Arredamento, tavola; servizi igienici: arredamento da pizzeria ma con gusto: tavolo in legno massello e sedie dedicate; tovaglietta di carta, posateria ottima fattura avvolta nel tovagliolo. Ambiente casalingo, caldo, invitante, familiare, socievole. Moltissimi libri posti un po’ dappertutto e li puoi leggere; arredo con vecchie credenze romagnole, belle: il menù viene inserito dentro ad un libro (tutti diversi) e dato ad ogni commensale: il mio era del mio Guru Graziano Pozzetto: inno alla lettura!

La Cucina come area: solo Pizzeria; dolci preparati da Federica.
Direzione/Chef: Federica per dolci ed altro; Cristian per pizze & derivati.

Target del locale $$$: medio.

Descrizione Menù.

– Contorni: di stagione / secondo reperibilità.
– Pizze: se han votato la pizzeria come N° 1, un motivo ci sarà, mi son detto (by Paolini, “il Gastronauta”, mio riferimento nazionale). Premio meritato. A mio avviso, la pizza non è quella napoletana, (tipo Posillipo per capirci), ma è una super pizza (idem i derivati tali) fatta con arte, cuore, ingredienti ricercati ed immacolati: tutto ciò porta a massimo dei voti. La Pizza-Tegamino mi ha preso per la gola; La umile Focaccia posta come “pane”, una chicca. Buono il Pani-Pizza, un ingegnoso contenitore da farcire golosamente a piacere.

I gusti che vorrei evidenziare (impossibile scriverli tutti) sono: Pizza al Tegamino fatta con farina Tipo 0 di grani antichi e biologica, macinata a pietra: assaggiata al gusto Capperi dell’Isola di Salina (voto 10, lode, menzione speciale) più acciughine Alici del Tirreno di Cetara (SA), buonissime, origano di Pantelleria, stupendo (voto globale: 9,5). Pani-pizza: sorta di paninone fatto con la farina della pizza, cotto ed “eviscerato della mollica”, savoir-faire: si può farcire a piacimento, il nostro era al romagnolo squacquerone Mambelli (recensito!) e rucola, buonissimo, light (voto del piatto 8+).

Pizza al Farro Integrale al gorgonzola de Il Boschetto di Premilcuore con dadini di zucca cotta al forno, delicato, fine (voto 9). Altre pizze degne di nota, in accordo con i nostri segnalatori locali: Mozzarella, pomodoro, fiordilatte, cavolo nero, pancetta di mora romagnola; Pomodoro, fiordilatte, friggitelli, salsiccia matta, squacquerone in uscita; Spianata (assaggiata, voto 10) con olio sale rosmarino mortadella ricotta e spinaci; Oro di Napoli: pizza alta, pomodoro, mozzarella, origano; Mia Suocera Beve: pomodoro, olive di Gaeta, capperi di Salina, Salame piccante; Marinara: pomodoro, aglio rosso di Nùbia (presidio Slow Food) prezzemolo; Margherita; Napoli; Romana. (sulla pizzeria, voto da 8 a 10 seconda esecuzione).

– Nel Cestino: semplice Focaccia Romagnola: buonissima. Assaggiandola ho rinvenuto nella mente quella che mangiavo da bambino a Cusercoli 50 anni fa! Che bontà! (voto 9,5)

– I dolci: fatti in casa by Federica. Abbiamo assaggiato la Panna Cotta: senza colla di pesce e cucinata in forno per almeno quattro ore a bagnomaria: sconvolti dalla bontà, voto 10 e lode (massimo dei voti sui dolci).

– Caffè/invecchiati: il caffè è quello della Moka. Una batteria di caffettiere Moka, sono poste su un fornello elettrico. Una cosa già vista su certi locali particolari. Bello. Buono.

– La Cantina: Carta dei Vini e dell’Acqua! Acqua filtrata e posta ad un prezzo irrisorio: mi ha ricordato l’Eau Carafe francese; la lista porta il nome “Bar Sport”. Birre di buona qualità alla spina e locali a km zero.

– Olio, aceto, spezie: da grido l’olio di oliva. Amo i dettagli: l’olio e.v. era della piccola azienda “Cà dla Levra” di Castrocaro Terme, fine bottiglia da 0,5 lt. (ideale) tappo antirabbocco di legge. Buonissimo (menzione).

Piatti consigliati: Pizza al Tegamino; Pizza bianca mozzarella fiordilatte, gorgonzola e zucca (cotta al forno, la zucca).

Verdetto finale: Location (l’esterno) 8; Ambiente (il Locale) 9; Servizio 9; Globale sul menù da 8 a 10 e lode; il voto del conto 9.

Locale del Cuore? Si: potrai leggere, mentre mangi, e dopo. Meditate.
PL: Pranzo Lavoro? Non effettua pranzo.
“Sulla Porta”: il locale vanta queste “Placche”, di queste Guide:
– 4live.it
– “Via Emilia Ristoranti” www.viaemiliaristoranti.it
– Gigi la Guida Cartacea: Centro-Nord, fascia Adriatica. (Pasqua 2018)
– Top Ten Italia Pizza by Paolini
– Il Gastronauta by Paolini
– Slow Food
– Alleanza tra i Cuochi / Presidi Slow Food.

Puoi provare anche questi Ristoranti: (recensiti/in arrivo):
– La Campanara a Pianetto di Galeata (recensito)
– Agriturismo Badia a Voltre di Cusercoli (recensito)
Cosa c’è da vedere in zona: Civitella; Santa Sofia; Castello di Cusercoli); Galeata, Menaviola antico insediamento romano. Abbazia di Sant’Ellero, da non perdere!
Hotel in zona: camere ottime a Pianetto di Galeata, Campanara.
In definitiva: ottimo per compagnia, cena e… Biblioteca.

Gigi Arpinati

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