La sfilata dei carri allegorici capitanati dalla vecchietta forlimpopolese, affettivamente segata a metà, ma sempre viva nella matrice identitaria cittadina, quest’anno viene sospesa. Gli occhi dei bambini non brilleranno meravigliati per i colori e i personaggi che dominano dall’alto dei carri allegorici, i giovani non vibreranno sul tappeto della musica, caotica, ma amica e il mondo degli adulti non si ritroverà a far quattro chiacchere primaverili in distensione.
Tutto questo perché la signora Segavecchia, per tramite del sindaco Mauro Grandini e di Mirco Campri, presidente dell’Ente Folcloristico e Culturale Forlimpopolese, ha dichiarato di essersi trovata fortemente in imbarazzo nel comprendere le tante sfaccettature ed interpretazioni delle norme che riguardano la sicurezza o le procedure per il pubblico spettacolo. Non può essere che tecnici e professionisti esperti abbiano loro stessi dubbi sui confini applicativi delle norme. La sensazione vissuta è che loro stessi cerchino di ottenere il miglior risultato al minor costo, consci di dover applicare il buon senso per quadrare una giungla inestricabile.
La Segavecchia non è certo contraria alla sicurezza; già è stata una pioniera nella trasparenza amministrativa e nel rispetto di ogni adempimento fiscale. Negli ultimi anni ha aggiunto un bel po’ di impegno sulla sicurezza dei carri, dei percorsi e sarebbe fortemente intenzionata anche ad aggiungere azioni in rispetto alle disposizioni più recenti in materia di sicurezza degli accessi o di ogni altra emergenza.
Ogni azione preventiva, in questo senso, è realizzabile ad un costo, basso o alto che sia, ma pur sempre un costo. La Segavecchia ogni anno apre il suo borsellino per tirar fuori 60.000 €, questo il costo della manifestazione, che poi va pian piano a recuperare dagli sponsor, dal popolo del Luna Park ed anche all’Amministrazione Comunale, senza i quali la festa non sarebbe sostenibile. La vecchietta quindi chiede impegno ad un mondo di onesti lavoratori e cittadini per potere essere viva. Oggi, su 60.000 €, un terzo va per la realizzazione della sfilata, meno di un terzo per promozione, spese tecniche ed amministrative, un terzo abbondante per SIAE, tasse e sicurezza.
A questo bisogno di riequilibrio, gli 80 ragazzi volontari della Segavecchia chiedono chiarezza sulla loro funzione. 80 ragazzi producono migliaia di ore di lavoro per mantenere vivo nel corso degli anni uno spirito popolare, spesso inclusivo anche per chi arriva da fuori ad abitare questa città. Pensiamo poi ai passaggi generazionali che per tanti sono un cammino di una vita iniziata col salire su un carro realizzato dal proprio babbo e finire col portare sul carro il proprio nipote. Tutto questo fa vita. Tutto questo fa comunità. Tutto questo fa appartenenza civica. Tutto questo non interessa ai legislatori odierni e più ancora ai funzionari di agenzie dagli strapoteri. Ognuno specialista del Suo, pochi specialisti dell’intero insieme della vita quotidiana.
Per questo la nostra Segavecchia sta chiusa in casa; prendere tempo per capire e farsi capire, dai forlimpopolesi, prima di tutto, che quando c’è si lamentano per la sua presenza chiassosa o per qualche piccolo disagio, ma si lamentano anche quando i suoi 80 scudieri non la accompagnano in giro per la piazza o la snobbano con 20 centesimi buttati nella cassetta all’ingresso. Poi tutta la moltitudine di esperti con alcuni illuminati ma tanti pronti a ripararsi dietro a un cavillo o terrorizzati dal dover ammettere la propria impotenza davanti al colosso “semplificazione” che in realtà, nel vocabolario reale, significa “paralizzare l’Italia con la somma delle leggi, ordinanze, circolari, se possibile anche un po’contraddittorie che ci si inventa per poter dire di aver fatto qualcosa, di aver esercitato un proprio piccolo pezzetto di potere”.
La Segavecchia tornerà, grazie a quei suoi 80 servitori, grazie all’attenzione che cittadini e associazioni le riserveranno nel corso dell’anno, grazie all’esperienza ed alla serietà di quei professionisti che alla fine, con tanta comprensione, hanno cercato di aiutarla e la aiuteranno a tornare nella sua piazza in gran forma.
E noi la aspetteremo dando una mano al Luna Park, che non ha mai tradito la vecchia signora, o alle bancarelle del cibo e dei dolciumi, delizia dei bambini e forse anche con qualche piccola sorpresa per i bambini, prima di tutto, ed anche per i più grandi.