Riceviamo e volentieri pubblichiamo la risposta all’articolo di Franco D’Emilio dal titolo: “Per la sinistra a Predappio un sindaco abile coi piedi“.
«Caro Franco, sai della stima che nutro nei tuoi confronti e sai che con amici e colleghi prediligo il confronto diretto e non pubblico sulle opinioni personali. Quando però, come in questo caso, l’opinione diventa pubblica e interessa una delle persone che stimo di più in assoluto per capacità, serietà e spirito di servizio, come Gianni Flamigni, il confronto fra di noi deve essere pubblico. Non può passare che l’idea di un candidato che usa i piedi. Per Gianni Flamigni? Franco sei proprio fuori strada! La vita e il carattere di Gianni lo conosciamo tutti non solo a Predappio, ma anche a Fiumana, alla Pre, a San Savino e a Tontola. Anche alla Trivella, a Santa Lucia, a Santa Marina e a Marsignano!
La sua forza di volontà, la grinta sua e della sua famiglia, il saper stare nel sacrificio e vivere di impegno e lavoro, in tutte le condizioni: da San Siro all’officina. Puoi dire che non la pensi come lui, che speri che vinca la destra ma non può passare lo sberleffo. Non te lo farei passare per nessuno, neppure per i miei amici che so essere impegnati nella lista che si contrappone al progetto di cui Gianni è il candidato Sindaco.
A proposito: sei sicuro che “Generazioni in Comune” sia il nuovo germoglio di una storia finita. Personalmente credo di no e comunque penso che questo progetto tenti di portare avanti una radice sociale, culturale e politica che, con tutti gli alti e bassi che credi, dall’Ottocento a oggi ha costruito un percorso importante, interpretando più di altre storie le istanze delle fasce popolari. Mi permetto di intervenire anche in tuo sostegno perchè in questi giorni, ovviamente prima dell’ultimo articolo, mi sono trovato varie volte a spiegare che tu sei una persona seria e che mai utilizzeresti l’attività giornalistica sulle testate web in funzione di un tuo nuovo impegno politico predappiese. Tu stesso hai detto che non sei interessato a ricandidarti né come sindaco, né come consigliere e neppure come assessore. E io ti credo. Un abbraccio».
Mario Proli