Pasquali fra presente e futuro di Forlì

Pasquali, Nicosanti, Dell'Agnello

A due settimane dall’ultima stagionale della Pallacanestro Forlì 2.015 abbiamo chiesto al general manager biancorosso Renato Pasquali di tirare le somme dell’annata appena conclusa.
Direttore, sono passati quindici giorni dalla chiusura della serie con Rieti, ha particolari rimpianti e riconosce particolari errori riguardo alla stagiona appena conclusa?
«Non ho rimpianti ed errori ne fanno tutti, non recrimino su alcuna cosa anche se non farei più determinate scelte».

Mi viene spontaneo chiederle a quali scelte si riferisce.
«Quest’anno rispetto all’anno passato abbiamo scelto di puntare forte sulla individuazione degli stranieri aumentando il budget a nostra disposizione per l’acquisizione di questi due profili; col senno del poi questa è una scelta che non rifarei; per due motivi: il primo legato all’aspetto dell’ingaggio, il secondo a quello della crescita».

Ci spieghi meglio
«L’ingaggio elevato di Lawson e Johnson ha creato attorno a loro aspettative molto alte e ha caricato i due ragazzi di una pressione che entrambi hanno dimostrato, come del resto tutta la squadra, di non essere in grado di sopportare. Per quanto riguarda la crescita che rappresenta il secondo motivo cui ho fatto riferimento i due ragazzi non hanno raggiunto o confermato il livello che ci si attendeva da loro naturalmente per motivazioni diverse».

Quindi per il prossimo anno quale politica intenderete adottare per la scelta degli stranieri?
«Sicuramente non questa. Punteremo su giocatori diversi tentando di farli crescere di più durante l’arco della stagione».

Qualcuno vi ha criticato per la scelta di Mellvin Johnson sostenendo che il ragazzo sia arrivato a Forlì condizionato da preesistenti problemi fisici, può chiarirci su che cosa vi ha portati a questa scelta?
«Innanzitutto tengo a precisare che sono state scritte parecchie inesattezze sull’argomento, la società cercava un profilo corrispondente a quello di Johnson, era perfettamente a conoscenza dei problemi fisici del ragazzo ed ha consapevolmente scelto lui. Durante la stagione non ha risentito né avuto infortuni legati alla propria patologia. Discorso diverso va fatto per Lawson».

Si aspettava di più dall’americano ex Virtus?
«Kenny è un giocatore sul cui talento non si po’ certamente discutere ma senza dubbio deve migliorare sotto l’aspetto della leadership; mi spiego, da quello che ho potuto vedere quest’anno non ha il carisma del leader cui una squadra si aggrappa nei momenti di difficoltà e che risolve, o almeno tenta di farlo, i problemi del gruppo nei momenti topici in una gara».

Questo riguardo agli stranieri, il gruppo degli italiani è stato soddisfacente?
«Bonacini è andato a sprazzi lanciando a volte segnali incoraggianti mentre in altri frangenti è parso molto in difficoltà; forse il ruolo che inizialmente era stato pensato per lui lo ha asfissiato e ne ha bloccato il processo di crescita».

Donzelli può essere considerato un fallimento stagionale della sua gestione?
«Non parlerei di fallimento o di scommessa persa oppure di un giocatore rotto venuto a svernare a Forlì come qualcuno sostiene, direi piuttosto che i problemi fisici di cui eravamo a conoscenza non hanno affatto condizionato il suo rendimento. Non è riuscito a trovare la continuità che ci aspettavamo ma, soprattutto, a causa dell’infortunio alla spalla che ha patito nella parte iniziale della stagione».

Oxilia e Marini hanno dimostrato complessivamente continuità durante l’anno, come commenta la loro stagione?
«L’infortunio di Tommy ha privato la società e Nicola di una pedina importante nel suo scacchiere: il ragazzo ha un anno di contratto anche per la prossima stagione; ha giocato molto bene, è cresciuto e l’infortunio, superatene le conseguenze, potrebbe consentirgli una crescita ulteriore nel prossimo anno. Pierpaolo invece è un giocatore che ha fatto vedere le proprie qualità ad intermittenza. Noi punteremo su di lui anche per la prossima stagione ma potrebbe esercitare un escape dal contratto. Attualmente non conosco le sue intenzioni».

Iacopo Giachetti nei play off ha dimostrato di poter sostenere il confronto con la categoria ancora a lungo, come spiega la stagione altalenante del play ex Roma?
«Iacopo ha avuto problemi ad un polso, problemi che lo hanno condizionato nella prima parte della stagione; una volta superati si è gestito molto bene per poter arrivare al momento topico dell’anno in perfetta forma fisica tanto da poter dominare a tratti la serie con Rieti. Probabilmente un ruolo diverso in questa squadra potrebbe allungargli la carriera e farlo rendere al meglio per l’intero anno».

La squadra durante la stagione ha avuto un rendimento altalenante al netto degli infortuni e delle diverse vicissitudini, c’è una ragione?
«Sicuramente gli infortuni condizionano lo svolgimento del lavoro settimanale in maniera continuativa e competitiva; una rotazione a 8, non aiuta a superare il problema, soprattutto se pensiamo agli infortuni che i nostri due under, Dilas e Tremolada, hanno subito, infortuni che li hanno tenuti lontano dai campi e hanno impedito alla squadra di allenarsi in maniera competitiva. Per il prossimo anno pensiamo di puntare su under che possano dare un contributo di maggiore spessore e quindi di allungare le rotazioni. Questa è una delle spiegazioni del rendimento altalenante della squadra, un’altra è l’incapacità dei ragazzi di sopportare la pressione. Siamo andati a giocare a Bologna senza avere alcun tipo di pressione a differenza di quanto è accaduto in tutta la prima parte della stagione. Abbiamo giocato alla pari con la Fortitudo Bologna sfiorando una vittoria meritatissima e di colpo siamo diventati candidati ai primi 4 posti della graduatoria. Venendo da una sconfitta a Bologna abbiamo giocato contro una Mantova in via di guarigione una partita coriacea e abbiamo portato a casa una meritata vittoria dopo un supplementare e tuttavia il pubblico ha cominciato a storcere il naso perché considerava Mantova un avversario non all’altezza. Dopo quella partita abbiamo dovuto affrontare Imola con molto pressione addosso e senza due giocatori, Marini e Bonacini: abbiamo offerto una delle peggiori prestazioni dell’anno. Il momento negativo è continuato con la sconfitta in casa patita per mano di una Cagliari in salute e anche in questo caso siamo stati pesantemente criticati. Ricordo solamente che Cagliari ha sconfitto anche Treviso. Subito dopo abbiamo affrontato a cuor leggero Verona, tutti ci davano per morti ma noi abbiamo sfoderato una delle più belle partite dell’annata, forse l’ultima. Nel prosieguo della stagione le aspettative si sono alzate, vedi Udine, e non abbiamo risposto presente. Per questo sostengo che la squadra non è stata in grado di sopportare la pressione dell’ambiente. In questo dobbiamo crescere».

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