Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di ringraziamento al reparto di Ortopedia “Morgagni Pierantoni” di un forlivese.
«Spesso leggiamo di storie di malasanità, non sarà questo il caso. La mia è la dimostrazione che la Sanità è fatta prima di tutto di persone; professionisti specializzati che lottano in “trincea” e non si tirano indietro di fronte a casi, anche complicati, come il mio; non c’entra il giuramento di Ippocrate, ma è questione di altruismo e umanità.
Tutto inizia il 18 agosto 2018 nel mio paese natale mentre sono in vacanza e mi sto allenando in bici, quando all’improvviso un automobilista mi taglia la strada e nell’impatto cado rovinosamente a terra procurandomi una gravissima frattura di tutta la tibia. Dopo le prime cure al Pronto Soccorso locale, la situazione risulta subito grave e di difficile gestione e vengo spostato in un altro ospedale, in attesa. Io e mia moglie Sara capiamo a quel punto che è meglio ritornare a Forlì. La scelta si dimostra corretta. Qui, infatti, gli ortopedici del “Morgagni-Pierantoni” non si tirano indietro e mi operano, permettendomi oggi di tornare ad una condizione quantomeno normale. Sono state tante le difficoltà durante la mia degenza e per questo devo ringraziare tutto il personale del reparto Ortopedico per la loro professionalità e umanità. Grazie!
Il ringraziamento più grande è per il dottor Marcello Lughi, che ha preso a cuore il caso di uno sportivo a cui è stata tolta la sua grande passione, mostrando coraggio, passione e professionalità andando oltre al suo lavoro, in quella che è per lui una vera e proprio missione, e ancora oggi è al mio fianco nel percorso di recupero.
I ringraziamenti proseguono a tutti i medici ortopedici tra cui il dottor Campagna, il personale del Pronto Soccorso Ortopedico tra cui Gianluca Cortini, gli anestesisti Pirri e Zoli, la mia amica e medico Alexia Vici, il mio fisioterapista Daniele Borra del Fisioligy Center di Forlì. Non me ne vogliano coloro che non sono riuscito a menzionare, ma siete stati tutti incommensurabili. Grazie di cuore a tutti».
Vincenzo Colozzo