Non è una novità e non c’è nulla di sbagliato quando nel mondo dello spettacolo i protagonisti decidono liberamente di sostenere pubblicamente un’idea politica o un progetto amministrativo. Non è quindi una sorpresa l’endorsment che il “Re del Liscio” Raoul Casadei ed il figlio Mirko hanno fatto in questi mesi a Stefano Bonaccini del PD salendo sui palchi elettorali del suddetto candidato governatore dell’Emilia Romagna.
Ieri Mirko Casadei partecipando all’incontro elettorale a Cesenatico in sostegno di Bonaccini, ha simpaticamente intonato “Romagna Mia” con il candidato ex democristiano e oggi piddino Massimo Bulbi. La stessa “Romagna Mia” intonata nel 2014 con Matteo Salvini pochi giorni prima delle elezioni europee, quando i Casadei ospitarono il leader leghista a casa loro, ma a detta di Raul, casualmente. Quel siparietto fu logicamente trasmesso su tutti i media nazionali i quali “stranamente” erano presenti e grazie a ciò il buon Matteo non fece altro che incassare sorridente l’endorsment piada-identitario dei Casadei. Ma la casualità di quell’incontro venne confermata solo anni dopo su Radio Rai quando i conduttori domandarono al Re del Liscio il perché quel incontro con Salvini “a favore di telecamere”. Raoul fu conciso e rispose: “passava di qui”. I casi della vita a volte sono imprevedibili, io ieri per esempio al bar della stazione di Gatteo Mare ho incontrato Trump e due settimane fa Putin alla Conad.
Quello di salire su carri vincenti o per lo meno guidati da persone che contano non è una novità per molti e non lo è nemmeno per i Casadei, infatti lo stesso Raoul in merito al suo sostegno politico, che io giudico “ballerino”, dichiarò un mese fa sui quotidiani: «Nella mia vita ho votato sia Berlinguer sia Berlusconi. E mi è piaciuto molto Renzi». Se a questi nomi aggiungiamo anche Salvini ed oggi Bonaccini direi che per il futuro potrebbe esserci spazio anche per Topo Gigio, a patto che “passi di qui”. Negli anni 70’ quando il PCI in E. Romagna imperava e l’orchestra Casadei alle Feste dell’Unità e nelle piazze cittadine regnava, Raoul era comunista. Quando la sinistra negli anni novanta dal punto di vista politico e quindi delle risorse da impiegare “lasciò” la musica da ballo, Raoul diventò sostenitore dell’oppositore politico all’epoca più forte: Berlusconi.
Quando politicamente le tradizioni, l’identità e quindi la musica da ballo romagnola entrarono nel vocabolario leghista, diventò salviniano. Ora che nell’ultimo mandato regionale la giunta Bonaccini ha garantito per 5 anni la valorizzazione delle tradizioni sostenendo manifestazioni folkloristiche, feste del liscio e perfino progetti nelle scuole primarie di Rimini, Ravenna, Modena e Reggio Emilia in cui Mirko Casadei porta il liscio e la tradizionale musica romagnola, i Casadei da comunisti-forzisti-leghisti-renziani, sono diventati piddini. In tutto ciò c’è solo una cosa che a mio avviso stona grandemente ed è l’aver “trasformato” quella che di fatto è una canzone popolare in una canzone ad “usufrutto” politico, opportunità che “Romagna Mia” non dovrebbe mai offrire a nessuno.