Mesi concitati ed una situazione storica che mai nessuno avrebbe potuto immaginare di affrontare e che ha visto molto spesso “uomini di stato” e rappresentanti delle istituzioni dover dare il meglio di sé per affrontare il corona virus in una battaglia campale. Spesso i sindaci del nostro territorio hanno dato il meglio di sé mettendo in atto responsabilmente i dettami del governo per affrontare la pandemia ma un’affermazione pubblica uscita di ieri su Rimini Today da parte del sindaco di Riccione Renata Tosi, fa risorgere un dubbio che da 3 anni resta un mistero. Ma prima ripercorriamo alcuni interventi ed azioni amministrative del sindaco riccionese uscite su stampa e web nelle ultime settimane:
3 marzo: dopo il decreto ministeriale del primo marzo ha iniziato a circolare in rete un audio in cui il primo cittadino consiglia (ai suoi famigliari) di “andare a fare la spesa quando c’è meno gente, di fare colazione a casa per un po’ di giorni, in attesa che il picco passi, e se è possibile di evitare di andare al ristorante “. Sulla stampa in seguito alle polemiche chiarì che “il mio audio non disincentiva a frequentare i locali”. Gli scenari non erano ancora tragici come lo sono diventati pochi giorni dopo ma già iniziava a proporsi al cospetto di tutti gli uomini delle istituzioni il difficile dualismo tra tutela della salute e al contempo quella dell’economia. Fare politica è difficilissimo, oggi come non mai.
9 marzo: rivolgendosi ai giovani diceva “Ragazzi serietà nei comportamenti” invitandoli a non uscire di casa e a non fare assembramenti per evitare il contagio, “se oggi rispettiamo le regole, sarà un’estate migliore di questa primavera”. Doverosi e di buon senso sono questi appelli da parte di chi di fatto è, “acca24”, l’autorità sanitaria comunale.
12 marzo: il primo cittadino riccionese emette l’ordinanza sindacale di chiusura dei parchi: L’atto sindacale ordina “in via precauzionale, con effetto immediato e fino a revoca, per prevenire il rischio di diffusione del Covid-19 e tutelare la popolazione nel territorio comunale, a tutti i cittadini di non accedere ai parchi pubblici ed alle aree verdi”. Si ricorda infine che le trasgressioni alla presente ordinanza saranno punite ai sensi dell’art. 650 codice penale”.
23 marzo: su Rimini Today dichiara: “Finché non finirà la conta dei morti non possiamo cedere salute in cambio di economia”.
Ecco sulla base di quest’ultima sacrosanta affermazione, per chi ha un briciolo di memoria storica, resta un dubbio sul recente passato politico amministrativo di Renata Tosi: potrebbe gentilmente svelarci l’esito della conclusione delle indagini svolte dal Pubblico Ministero Elisa Milocco nel settembre 2017, preludio di un rinvio a giudizio, riguardo proprio la presunta violazione dell’articolo 650 del codice penale inerente l‘inosservanza delle disposizioni in materia di salute pubblica? Tema che potrebbe riguardare proprio l’eventualità di aver ceduto o no, salute in cambio della tutela dell’economia turistica, quando durante l’estate 2015 per ben quattro volte non furono emesse le obbligatorie chiusure sindacali della balneazione a tutela della salute pubblica in seguito ad analisi Arpae sforanti i limiti di legge. Qualcuno cedette salute in cambio di economia? Ad oggi, nessun giornalista, né gli esponenti dell’opposizione dormiente riccionese e men che meno quei cittadini che in queste settimane pretendevano fustigazioni per coloro che non avevano adempito ai provvedimenti governativi, hanno chiesto al sindaco quale sia stato l’esito di quella chiusura delle indagini. Proscioglimento, archiviazione, rinvio a giudizio o patteggiamento, dopo 3 anni resta un mistero. Non è certo oggi il tempo delle polemiche ma qui stiamo parlando di trasparenza il cui obbligo per gli amministratori pubblici, non ha confini temporali ma forse quando saremo tornati alla “normalità”, si spera che il dubbio venga risolto. Magari proprio dal sindaco della Perla Verde che tra l’altro il 20 gennaio scorso sulla sua pagina Facebook, rilanciava come fosse attualità una notizia di 5 anni fa riguardo le indagini del Presidente della Regione Stefano Bonaccini per peculato. Nel caso di Bonaccini il dubbio fu subito risolto mentre per “Wonder Tosi Woman” ancora no.