Continuando a raccontare la storia di Terra del Sole, la cittadella voluta oltre 450 anni fa dal Granducato di Toscana, nei pressi del confine con lo Stato Pontificio, si pone all’attenzione dei lettori le ipotesi che si fanno sulle origini del toponimo che contraddistingue la fortezza medicea che dista pochi chilometri da Forlì.
Nel volume, edito da Diogene Books – che Marco Viroli e chi scrive hanno dedicato a Terra del Sole – sosteniamo che diverse sono le ipotesi che sono state avanzate nel corso del tempo riguardo alle origini del toponimo Terra del Sole. Inizialmente fu lo storico e umanista cinquecentesco Giovanni Battista Adriani a raccontare l’episodio del raggio di sole che dopo giorni e giorni di cielo coperto avrebbe illuminato la scena della fondazione: «all’atto della cerimonia il cielo, che in ogni altra parte era oscuro e pieno di nuvole, si aprì e scoperse il sole nel circuito del disegno, onde stimandosi che ciò non fosse senza il favore del cielo, la terra si chiamò Città del Sole».
Il grande scienziato e chirurgo forlivese Giovanni Battista Morgagni, padre della moderna anatomia, nelle sue Epistole Emiliane rimanda invece l’origine del nome a un antico insediamento umbro, chiamato Solona, che sarebbe sorto originariamente sullo stesso sito. Ci fu poi chi affermò che Cosimo I dopo aver visitato la Romagna, prima nel 1554, poi 1558, fosse rimasto talmente colpito dalla bellezza della campagna e delle colline circostanti che per questo volle che la sua nuova città fortezza avesse un nome solare.
Tradizionalmente la patrona delle armi da fuoco è Santa Barbara, nata a Nicomedia, detta anche Heliopolis, ovvero in greco Città del Sole. Per questo altri studiosi sostennero che le origini del nome andavano ricercate nelle intenzioni del granduca di fare della nuova piazzaforte un progetto all’avanguardia nelle forniture di artiglieria. L’artiglieria a Terra del Sole fu, in effetti, sovrabbondante. Nel periodo di massimo splendore vi si contarono oltre cinquanta tra cannoni, mortai e bombarde che mai però furono impiegati in vere e proprie azioni militari ma che si limitarono a sparare durante le esercitazioni o per sottolineare eventi politici o civili.
L’importanza strategica di Terra del Sole restò però sempre molto relativa. Mai venne fatta oggetto di alcun assedio, né tantomeno di un attacco diretto, forse anche per via del lungo periodo di pace che seguì la sua fondazione e anche perchè sarebbe servito un grosso contingente di uomini e artiglierie per la sua espugnazione.
Scrive Enrico Guidoni nel suo saggio L’arte di progettare le città: «La fondazione della piccola città riassume, già nel nome, le principali tematiche urbanistiche e simboliche legate a riti e tradizioni millenaristiche. Anche senza bisogno di sottolineare le ascendenze bibliche ed egizie, questi significati erano stati concretamente riproposti, all’inizio del Quattrocento, dalla Città del Sole degli Ussiti, e saranno poi ulteriormente esaltati nella celebre opera di Tommaso Campanella».
Quella che ricerca nel toponimo della città di Cosimo I un significato simbolico strettamente connesso al concetto di “città ideale” è proprio l’ipotesi che più convince.
Gabriele Zelli