«Credo che una volta nella vita sia capitato a tutti uno scivolone, soprattutto sul terreno vischioso dei social. Bene, questo è stato il mio turno. Pur non volendo, illusoriamente ‘protetto’ dal linguaggio evidentemente ironico, se non satirico, ho peccato di aver offeso molte persone, rendendomene conto solo in un secondo momento, quando ormai il dado era tratto. Benché la festa della liberazione sia molto sentita, in questo momento deve essere data massima priorità alla salute pubblica e soprattutto a quella degli anziani che rappresentano la fascia più rischio, e ciò vale tanto di più nella mia regione che è tra le più colpite dal virus.
Certe volte per cercare di sensibilizzare le persone circa tematiche importanti come la necessità del distanziamento sociale, vengono scelti mezzi imprudenti, parole suggestive e argomenti che invece dovrebbero essere trattati con delicatezza e il rispetto che meritano.
Ho commesso un errore di valutazione del quale mi scuso pubblicamente, senza se e senza ma, non solo per il profondo rammarico con il quale io stesso mi sono riletto poi, accorgendomi di quanto le mie parole potessero essere fraintese sia nel senso che nel fine; ma anche perché non sono un ‘leone da tastiera’, come si dice in gergo, sono solo un essere umano che ha commesso un errore, dimenticando per un momento quanta cura e attenzione richieda una corretta comunicazione, una comunicazione che faccia cultura e informazione ed è a quest’ultima a cui intendo votarmi con maggior attenzione e senso autocritico.
Ed è proprio in nome dell’autocritica che prendo altresì atto della severità delle reazioni locali e nazionali che il mio errore ha suscitato e in virtù di esse, dopo attenta valutazione, ho deciso di rendere le mie dimissioni dalla Lega, affinché lo sbaglio di uno non si traduca in una macchia ideologica e politica per le tante persone che con passione e dedizione lavorano per rappresentare l’attuale compagine governativa. Rifletterò sul mio futuro politico e sulle scelte che dovrò necessariamente compiere più avanti, quando il peso di quello che io con forza reclamo essere un errore, per quanto non scusabile, si attenuerà nella razionalizzazione di ciò che è successo. È una decisione altrettanto severa in rapporto alle reazioni suscitate, ma è parimenti giusta per quanto dolorosa».
Francesco Innocente Lasaponara