A che cosa servono i professori di Letteratura italiana nell’Italia di oggi? Se lo chiedono in molti, talvolta anche gli stessi addetti ai lavori. Se avessero ascoltato o letto Andrea Battistini, professore a Bologna scomparso ieri, la domanda non se la sarebbero posta neppure: si trattasse di Vico, di Dante o di Pascoli, il punto per lui stava nella comunicabilità dell’esperienza umana, alta o bassa, nobile o ignobile, complessa o popolare, declinata attraverso le pagine degli autori, interrogate con acuminata ironia.
Una volta si chiamava “umanesimo”: ed era un vanto della civiltà italiana. Pensate che Carducci fu eletto alla Camera nel collegio di Lugo di Romagna, nel 1876, proclamandosi candidato “umanista”! Decisamente altri tempi.