Il fossato che divide la Pubblica Amministrazione dalla società reale si fa più profondo e la ripartenza della scuola, sacrosanta nonostante i problemi che ci saranno, lo rende evidente. Non sono contro il lavoro smart, satellitare o altro nella P. A.: non può passare, però, l’idea di un modello “emergenziale” permanente.
Il lavoro emergenziale è per sua natura uno stato d’eccezione. Se pensiamo che i funzionari pubblici possano lavorare da casa senza danneggiare gli utenti, è un altro paio di maniche e dobbiamo adottare i complessi modelli organizzativi conseguenti. Le banche, lato privati, lo stanno già facendo, con esiti mi pare non proprio favorevoli all’utenza fragile, anziana, culturalmente più debole. Insomma, il Covid-19 non può coprire una silenziosa riforma radicale del lavoro nel pubblico impiego. Sarebbe una follia. E un’ingiustizia.