L’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese è defunta da tempo. E pare ingeneroso infierire sul suo cadavere, come fa l’ex sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, con poche frasi sbrigative e ovviamente mai autocritiche. Se vogliamo capire perché un progetto difficile e visionario, sicuramente troppo ambizioso, nato molto prima della legge Delrio, è finito male, discutiamone con pacatezza.
Sarebbe utile per tutti, anche per i fautori del neocampanilismo, prevalenti nel PD come nella Destra locale. Così capiremo dove Giorgio (e non solo lui) vorrebbe portare il nostro territorio, come amministrarlo, quale futuro dargli. Oggi nel Forlivese l’unica istituzione a occuparsi di progetti di qualche ampiezza è la Fondazione, non certo i Comuni. Può darsi che questa sia la soluzione augurabile. Ma non prendiamocela con i morti come se fossero ancora vivi e vegeti: pugnalare i caduti è nello stile di Maramaldo. Alla Unione si riservi al più un requiem. Quello non si dovrebbe negare a nessuno.
Roberto Balzani