A Bertinoro l’ospitalità è una consuetudine antica. Non deve stupire quindi, che sia stata una delle prime località in Romagna a offrire rifugio al più illustre dei fuggiaschi: Dante Alighieri. Oggi, nel settecentesimo anniversario della morte Sommo Poeta, Bertinoro è fiera di quell’atto di accoglienza e si prepara ad accogliere turisti e viaggiatori come città dantesca. È questo il senso del progetto ‘Danteinoro’, promosso dall’assessorato al Turismo del Comune, che si svilupperà nei prossimi mesi con una serie di iniziative, azioni promozionali e sorprese per valorizzare i vari luoghi legati alla memoria di Dante e alle suggestioni della sua poesia.
Sono numerosi i luoghi che raccontano Dante a Bertinoro. Uno di questi è sicuramente la Colonna degli Anelli, non solo perché il poeta beneficiò dell’ospitalità che essa simboleggia, ma perché nel XIV Canto del Purgatorio Dante incontra il suo ‘inventore’, il giudice Guido Del Duca. Secondo la tradizione, infatti, fu proprio lui insieme a un altro nobiluomo bertinorese, Arrigo Mainardi (nominato nello stesso passo), a farla innalzare per mettere fine alle contese fra i maggiorenti cittadini per ‘accaparrarsi’ gli ospiti.
Ci parla di Dante anche il Palazzo Comunale, fatto erigere all’inizio del Trecento dalla potente famiglia Ordelaffi, che all’epoca dominava Bertinoro, oltre che Forlì, e che per prima assicurò ospitalità e protezione all’autore della Commedia. Probabilmente il poeta lo vide in costruzione e per questo trascorse uno dei primi inverni del suo esilio nell’imponente Rocca, da cui si può osservare “la marina dove il Po discende”, per citare la Commedia.
Ma per trovare il luogo più carico di suggestioni dantesche bisogna raggiungere la frazione di Polenta e la millenaria Pieve di San Donato.
Ospitato a Ravenna dalla famiglia da Polenta – originaria proprio di qui – Dante quasi sicuramente ebbe familiarità con questi luoghi. Ne era convinto anche Giosuè Carducci, assiduo frequentatore della località: nella sua celebre ode “La chiesa di Polenta” raffigura Dante inginocchiato fra le navate della pieve ed immagina Francesca da Rimini (o meglio, Francesca da Polenta, perché anche lei faceva parte di questa famiglia) che tempra “li ardenti occhi al sorriso”. La memoria della sfortunata eroina del V canto dell’Inferno si tramanda anche su uno dei poggi nei pressi di Polenta, dove sorge il mitico ‘cipresso di Francesca’. A onore del vero, l’albero originale fu distrutto da un fulmine, ma è stato sostituito da un nuovo cipresso che piantò lo stesso Carducci nel 1897, come testimoniano le foto scattate all’epoca.
“I luoghi danteschi del nostro territorio sono da sempre punti di riferimento di tutta la Romagna e ogni anno accolgono numerosi turisti e visitatori – afferma l’assessore al Turismo Mirko Capuano -. Nel 700° anno dalla morte di Dante sarà nostra cura cercare di renderli ancora più fruibili attraverso la costruzione di percorsi, esperienze ed iniziative che vogliono raccontare un territorio che è da sempre “dell’Ospitalità. Numerose saranno le iniziative (pandemia permettendo), che verranno organizzate dall’amministrazione in collaborazione con le realtà associative bertinoresi e con le altre città dantesche in occasione di questo anno così speciale: l’anno del Dante-in-Oro”.