C’è un parco con dei glicini, in pieno centro città, che i cittadini forlivesi devono scoprire ed iniziare a frequentare. L’area, sita in Borgo Cotogni, è delimitata da recinzioni che corrono sul retro del Circolo Mazzini, poi lungo viale Filippo Corridoni, via Bartolomeo Lombardini, via Giacomo della Torre, quindi dagli edifici che si affacciano su piazzale Sante Solieri, via Pellegrino Laziosi e corso della Repubblica. Fu realizzato, agli inizi del ‘900, a contorno del complesso ospedaliero “Giovan Battista Morgagni”, su progetto dell’architetto ravennate Giovanni Tempioni.
Nel 2004, a seguito del trasferimento definitivo dell’ospedale nella sede di Vecchiazzano e dopo importanti interventi di ristrutturazione, i reparti che avevano ospitato i pazienti sono stati adibiti a sede universitaria e sono andati ad aggiungersi a quelli già utilizzati a tale scopo fin dal 1990. Alcuni padiglioni sono invece stati demoliti per fare posto alla costruzione in stile moderno di un edificio denominato “trefolo” che parte da viale Corridoni e si congiunge con i locali che si affacciano su piazzale Solieri, un tempo adibiti a ingresso e ad uffici dell’ex nosocomio.
Gran parte gli edifici sono immersi nel verde del vecchio parco di oltre cinque ettari impiantato con più di 400 alberi, di cui una sessantina prevalentemente resinosi, in particolare cedri (atlantica e deodora), piantati nel 1914 e nel 1915.
La funzione “ospedaliera” di un tempo, la percezione di chiusura dell’area, la presenza di un’attività austera come quella universitaria, sono tutti elementi che per il momento non hanno reso pubblica e vissuta un’area di circa sette ettari, un vero polmone verde per il centro di Forlì, nonostante vi si possa accedere liberamente. Oltretutto sono stati eseguiti sul terreno in questione opere di risanamento, così come sono stati posizionati arredi per la sosta e lo svago.
Gli interventi si sono resi necessari in ragione del prolungato disuso e dell’invadente insediamento dei cantieri, tanto che alcune zone presentavano un terreno pesantemente costipato dalle lavorazioni e movimentazioni edili, con una struttura superficiale caratterizzata da un’elevata presenza di massi e macerie; altre zone apparivano quasi delle boscaglie inaccessibili, da “bonificare” dalla massiccia presenza di sterpaglie ed infestanti.
Il progetto, elaborato dai tecnici del Comune di Forlì in accordo con l’Università, ha individuato nel parco-campus cinque aree tematiche per le loro caratteristiche; una di queste è stata denominata “L’area classico-romantica”. Si tratta di una zona idealmente collegata con il futuro accesso al parco dalla parte di corso della Repubblica che si caratterizza da un tunnel di glicini giovanissimi che adombra il percorso pedonale principale e termina con la visione più estesa di tutto l’insieme del verde (foto di Giulio Sagradini), sotto l’ombra romantica di un salice piangente, nonché da un altro filare di alberi da fiore che delimitano uno dei percorsi per chi si dirige verso i locali dell’Università. La presenza del prato fiorito e di una ulteriore quinta arborea permetterà di rilassarsi e svagarsi in un luogo protetto, allontanandosi dalla città pur rimanendo in “centro”.
La prossima tappa, la settima e ultima, sarà dedicata ai glicini di Palazzo Sassi-Masini.
Gabriele Zelli