“Amor condusse noi…”: dal canto V dell’Inferno dantesco, che ripercorre la vicenda di Paolo e Francesca, prende spunto la serata poetica di venerdì 2 luglio in piazzetta della Misura a Forlì. Appuntamento culturale, a ingresso gratuito, inserito nel cartellone degli eventi estivi: “L’estate passa in centro” e nelle celebrazioni dei settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, con la lettura di testi editi e inediti del giornalista e poeta Marco Colonna e della scrittrice Valentina Rossi. Condurrà l’incontro – che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Forlì, il giornalista Pietro Caruso. Sono previsti interventi musicali della violinista Valentina Fabbri Valenzuela. Porterà i saluti dell’amministrazione comunale l’assessore al Centro Storico, Andrea Cintorino.
Marco Colonna declamerà testi inediti ispirati alla Divina Commercia e leggerà poesie tratte dai libri: “Ho scritto questo salto”, che ha vinto il concorso nazionale di poesia Narrapoetando 2019, “Siamo sono” (2017, con introduzione del compositore Angelo Bergamini, fondatore dei Kirlian Camera, band cult dello scenario musicale underground e dark internazionale) e “Ani+ma” (2016), sillogi poetiche che hanno valso all’autore riconoscimenti editoriali e pubblicazioni in varie antologie. “Leggerò un mio inedito selezionato tra i testi finalisti nella V edizione del concorso nazionale di poesia intitolato a Maria Virginia Fabroni sul tema dei sentieri dell’esilio di Dante. Il tentativo della serata del 2 luglio è avvicinare il pubblico al mondo poetico, che non è soltanto estraniamento dalla routine quotidiana ma anche un vero e proprio altro linguaggio dalla realtà. Perché la poesia aiuta a interpretare il mondo e noi stessi lontano dall’ovvietà delle cose, vicino al tempo stesso alle cose del mondo ed alla natura umana più profonda, avvicinarsi a quelle cose a noi stessi sconosciute ma che ci portiamo dentro da sempre e dobbiamo solo farle affiorare. In questo senso, potrebbe essere una terapia più che necessaria ai nostri giorni di totale alienazione, di società liquida, di iper comunicabilità, l’antitesi della incomunicabilità degli anni Sessanta. In questa chiave la poesia, con la P maiuscola, potrebbe aiutare a ritrovarci, perché il rischio, per tutti noi, è quello di perdersi”.
Valentina Rossi leggerà poesie tratte dalle sue raccolte: “Il dolore e l’amore: la vita” e “In rosso vivo. Sangue, amore e poesie”. “Io vivo la poesia in modo insolito, insolito per come generalmente si pensa a quest’arte. La poesia per me è linguaggio altro, una fonte salvifica: è alchimia che trasforma. Se cambiassimo il significato delle parole e improvvisamente decidessimo di nominare gli oggetti e i sentimenti con parole nuove e mai pronunciate? Dolore potrebbe dimenticare lo strazio, la pena, la sofferenza. Potrebbe rinascere, mettere radici, crescere, prima tronco poi rami. Esplodere in gemme, foglie di gioia che assorbono luce, che le trasformano in linfa. Sarebbe, infine, un albero. Perché tramite la poesia, dolore è cosa viva, che fa crescere, in un processo inarrestabile. Perché la poesia induce al cambiamento inevitabilmente“: spiega Valentina Rossi.