Dalla Manuccia, di Fiumana, ogni stagione offre un quadro unico, stupendo, del calanco che scende da Ravaldino in Monte verso il Rabbi. Oltre ai giochi di linee – tra verticale, obliquo e orizzontale – che sembrano assecondare una armonia misteriosa, la bellezza sta nel cambiamento stagionale: verde, anzi tanti differenti verdi in primavera con ciocchi di ginestre; il giallo/bruno d’estate riacquista il verde con le prime piogge del cambio di stagione e abbraccia il rosso. Grigio, dalla creta al ceruleo, d’inverno. Con la neve un unico mantello. Sembra che la natura e i contadini siano d’accordo a far si che il Calanco della Manuccia apra con l’eleganza del tono su tono l’accesso alla vallata, senza effetti speciali. È una bellezza semplice, lieve, pura, sotto il cielo che, regolando la luce, rende tutto ogni giorno diverso.
Mario Proli