Dopo il successo del primo appuntamento dedicato alla “Dama dei gelsomini”, domenica 28 novembre 2021, nell’ex Chiesa di San Giacomo di Forlì alle ore 18,00 con ingresso gratuito, ritorna la rassegna “Un’opera al mese” con la pregevole scultura raffigurante “Santa Lucia”, opera di Adolfo Wildt, del Museo Civico di Palazzo Romagnoli di Forlì. Organizzata dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei Civici di Forlì, la rassegna è dedicata a far conoscere al grande pubblico i capolavori delle raccolte civiche comunali.
A restituire un punto di vista inedito e suggestivo della Santa Lucia sarà la storica dell’arte Emanuela Bagattoni, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini – Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna. “Se Wildt – spiega la professoressa Bagattoni – è da annoverarsi tra i più importanti scultori del primo Novecento, la Santa Lucia, opera del 1926, è da più parti ritenuto uno dei suoi massimi capolavori. In questa splendida testa marmorea possiamo scorgere le principali caratteristiche della sua arte: virtuosismo tecnico e raffinatezza esecutiva; stretta relazione tra arte e sentimento etico e religioso; dialogo, sempre in chiave originalissima e sottilmente conturbante, con motivi iconografici, stilistici e tematici riferibili a svariate epoche del passato come l’antichità, l’età gotica, ma anche il periodo rinascimentale e quello barocco. Wildt svolse il tema del martirio della santa e la rappresentazione dell’affascinate connubio tra dolore ed estasi, in linea con la spiritualità seicentesca e con particolare affinità alle opere di Gian Lorenzo Bernini”.
La “Santa Lucia” fa parte dell’importante nucleo di capolavori di Wildt conservato presso Palazzo Romagnoli, imprescindibile punto di riferimento per lo studio e la comprensione della ricca produzione scultorea dall’artista milanese. La collezione apparteneva in origine al marchese Raniero Paulucci de Calboli, alto diplomatico forlivese, che nel corso degli anni Venti acquistò personalmente dallo scultore milanese Wildt ben 7 opere per poi lasciarle in eredita, a morte avvenuta nel 1931, alla sua città.