Sabato 4 e domenica 5 dicembre a Forlì è di scena la prima edizione di Forlì.Soglie – ricerche nel presente, progetto innovativo che dal teatro alla musica, dal cinema alla filosofia, dalla rigenerazione urbana alle arti performative e multimediali, raccoglie esperienze e ricerche artistiche di sette realtà culturali forlivesi, legate alle pratiche del presente e del contemporaneo, indagate attraverso discipline differenti, ma tra loro dialoganti.
Forlì.Soglie, ideato nel 2020 e composto da: Area Sismica con Forlì Open Music, Città di Ebla con il Festival Ipercorpo, Masque teatro con Crisalide Festival, Sedicicorto con Sedicicorto Forlì International Film Festival, Spazi Indecisi con il progetto In Loco, Sunset con Meet The Docs! Film Fest e Vertov Project con Ibrida Festival, ha dato vita a un comitato per creare una relazione e un dialogo tra sette realtà culturali del territorio, che decidono, quindi, di mettere a sistema i propri dispositivi artistici, con lo scopo di generare un cambiamento di stato.
Forlì.Soglie si presenta come l’esito di un percorso che, da un lato, rispetta le singolarità che vi partecipano, che non si deprimono nell’identità unitaria, ma anzi esaltano le proprie peculiarità nel confronto reciproco, dall’altro traccia diversi anni e differenti modalità di collaborazione proficua già in essere tra alcune delle sette realtà.
I lavori si aprono sabato 4 dicembre alle ore 11,00 all’ExATR in via Ugo Bassi 16, con il filmmaker e artista visivo spagnolo Carlos Casas, che in dialogo con i videoartisti Davide Mastrangelo e Francesca Leoni, illustra Archive Works, progetto transculturale che dal 2021 raccoglie lavori dedicati ai finis terrae (Patagonia, Mare di Aral, Siberia, Pamir). Archive Works è una serie di ricerche che partono da materiale d’archivio, found footage e film classici, per confluire nella realizzazione di film sperimentali. Con Archive Works Casas sperimenta un nuovo approccio al found footage e all’esplorazione dell’esperienza sonora, ibridando più codici tra di loro (ingresso gratuito, prenotazioni: ibridafestival@gmail.com).
Alle 16,00 ExATR Forlì.Soglie ospita anche l’incontro a cura di Lorenza Pignatti, Pratiche Cartografiche Sperimentali: dialoghi sulle molteplici possibilità di narrare i territori, attuate da artisti, geografi e collettivi nazionali e internazionali. Mappe, atlanti, topografie sono entrati a pieno titolo nell’immaginario visivo contemporaneo. Utilizzati non solo da geografi, urbanisti, topografi e architetti, ma anche da artisti, designer, NGO, giornalisti. Nel corso dell’ultimo decennio sono apparse mappe di ogni genere. Scienziati e ricercatori hanno realizzato quelle del genoma umano, mentre geologi hanno sviluppato quelle del campo magnetico terrestre. Grazie a telescopi e a sistemi di rilevazioni satellitari sono stati mappati e monitorati movimenti di merci e di individui, flussi migratori e frammenti di vita di comuni cittadini.
È stata quindi ridefinita la nozione di cartografia, per indagare e suggerire istanze critiche, ideologiche, esistenziali, come dimostra l’importante lavoro di mappatura compiuto dall’Associazione Spazi Indecisi. Lorenza Pignatti è docente del corso di Fenomenologia dell’arte contemporanea alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. È autrice di Mind the Map. Mappe diagrammi e dispositivi cartografici (Postmedia books, 2011), un’indagine su vari campi del sapere nei quali la mappa è intesa come panorama, travelogue, archivio, diagramma cognitivo e strumento di sperimentazione artistica (ingresso gratuito, prenotazioni: info@spaziindecisi.it).
E a seguire, alle 18,00 (stesso luogo), Città di Ebla, Spazi Indecisi e Sunset presentano Spazio Presenza Azione. dialoghi spontanei sullo spazio pubblico, esperimento con cui Claudio Angelini, Francesco Tortori e Matteo Lolletti creano speciali condizioni atte a stimolare fra i presenti un dialogo relativo alla forma e alla sostanza dello spazio pubblico nel contesto odierno; “l’esperimento” – precisano i promotori- “ si cercherà di definirlo anche attraverso chiavi di lettura che riguardano le arti dal vivo, il cinema, il docufilm, la fotografia, la rigenerazione urbana. Ma le chiavi di lettura non sono elementi di garanzia.
Per aprire le porte del dialogo sarà necessaria una partecipazione attiva dei presenti. L’evento è, a tutti gli effetti, un esperimento “in vivo”, pur avendo un impianto concettuale preparato “in vitro”. Ci si sente cavie rispetto a un invito alla partecipazione di questa natura? Niente paura. È la condizione di questa epoca” (ingresso gratuito / prenotazioni: info@cittadiebla.com).
Alle 19,30 per Forlì.Soglie ci si sposta al Teatro Felix Guattari ex filanda Maiani in via Orto del fuoco 3: ultima occasione per visitare Corpo Macchina, mostra fotografia del noto fotografo di scena Enrico Fedrigoli a cura del critico Simone Azzoni. Fedrigoli questa volta rivolge il suo banco ottico al teatro, alle sue stanze; ciò che lo interessa non è più l’attore e il suo movimento scenico, ma l’architettura dove tutto ciò avviene o potrebbe avvenire. Le stanze, i vestiboli, i dietro le quinte e il dietro palco diventano un corpo macchina, quella camera oscura entro cui si s’impressionano le immagini. Se il palcoscenico è la scatola delle meraviglie, altrettanto lo è la scatola nera del banco ottico, che raccoglie ciò che può accadere, ciò che può manifestarsi negli spazi del teatro.
Il teatro fisico diventa così negli scatti di Fedrigoli, un labirinto mentale, un puzzle di spazi scomposti, non più contigui. La platea, il palco, il foyer sono ora organismi di un sistema connesso. Gli scatti incorniciati dentro i passe-partout sono a loro volta specchi che rimandano come doppi ai luoghi fotografati. Entro le finestre delle inquadrature gli spazi reali diventano immaginari in uno straordinario gioco di rimandi. Anche gli oggetti che i Masque adoperano in scena o appoggiano come suppellettili, acquistano valor metaforico, si fanno nature morte per la scena e quindi passibili di recepire nuovi significati (ingresso gratuito).
A seguire sempre per Forlì.Soglie, alle 21,00 Kiva, ultimo lavoro teatrale della compagnia Masque Teatro, in scena Eleonora Sedioli, regia, ideazione, luci e macchine di Lorenzo Bazzocchi. Kiva, nome con cui gli indiani Pueblos designavano, ancora agli inizi del XX secolo, la stanza segreta delle iniziazioni, è la trasposizione coreografica del viaggio che il grande storico dell’arte Aby Warburg intraprese, sul finire del secolo diciannovesimo, presso gli indiani Hopi del New Mexico. Ed è proprio dalle suggestioni raccolte da Warburg – che pone l’accento sul potere psichico delle immagini – che trae vita la visionaria performance di Masque Teatro: un’indagine sul movimento in cui ogni azione scomposta e reiterata si traduce in energia, volontà, presa di coscienza. Una danza voluttuosa e incantatrice al confine labile tra l’umano e l’animale, tra l’imitazione magica e il sacrificio, tra il sé, il simulacro del serpente e l’energia vitale racchiusa nel rettile.
“Kiva”- si legge nelle note di regia- “da camera segreta delle iniziazioni, diviene un luogo mentale. In essa si addensano gli spettri di un’umanità che sembra ritornata alla vita dopo anni di dimenticanza… quello che ci lega al Nachleben warburghiano è la sua vicinanza al concetto di “rimozione” e “ritorno del rimosso”, che sentiamo prioritario ogniqualvolta dal nulla ci si avvicina al luogo della creazione, con tutto il suo portato di elementi consci ed inconsci, di sopravvenienze e dimenticanze, di certezze anticipate e di abbandoni….
Non si tratta di concepire il movimento della figura come una modifica o l’attualizzarsi di uno stato, ma come il manifestarsi sincronico di energie multiple condensantesi sul corpo, che infine cessa di esistere. Al pari del corpo dell’uomo su cui Étienne Jules Marey aveva apposto il bottone d’argento, destinato a lasciare di sé sulla lastra fotografica solo una traccia luminosa, la nostra creatura abbandona gli abissi e diviene luce, pura energia in movimento (ingresso 5 € e prenotazioni: masque@masque.it).
Gli appuntamenti di domenica 5 per Forlì.Soglie, tutti ad Area Sismica in via le Selve 23 loc. Ravaldino in Monte, cominciano alle 18,00 con un insolito concerto con il percussionista Marco Zanotti, che in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Forlì-Cesena presenta Concerto al Buio.
“A proposito di riflessioni”- precisa Zanotti- “sono convinto che questo momento storico di sovraesposizione a stimoli, soprattutto visivi, metta inevitabilmente in difficoltà un’analisi profonda del reale. Il concerto in programma all’Area Sismica è per me uno stimolo importante a cercare nel buio un alleato, per tentare una dimensione più spirituale, in forma collettiva. Suonerò, oltre ad una batteria preparata, la mbira e alcuni tamburi rituali che mi accompagnano da tempo.”
Musicista anticonvenzionale, imprevedibile, instancabilmente curioso delle tradizioni e incline alla sperimentazione, Marco Zanotti è compositore, performer e producer; predilige la batteria e le percussioni, ma si ritrova in mano strumenti diversi, reali o inventati, coi quali comunica con il pubblico e dà espressione alla sua musica. Dalla batteria come centro gravitazionale si muove sempre più verso territori sonori inediti. E’ direttore della Classica Orchestra Afrobeat (con la quale partecipa a Festival importanti tra cui Glastonbury e collabora con Seun Kuti, Sekouba Bambino, Baba Sissoko) e fondatore di progetti come Cucoma Combo, il trio di improvvisazione Mothra e il duo con il griot Jabel Kanuteh.
Il viaggio, interiore o esteriore, è una costante nella sua eterogenea discografia, sia che si tratti di avanguardia che di folklore (Del Barrio, Cumbia Poder e varie collaborazioni in Africa e Sudamerica, talvolta associate a ricerche etnomusicali), ma anche dialogo tra le arti: il teatro e la danza contemporanea in primis, ad esempio insieme a Roberto Castello (Mbira e Inferno). Ingresso 10 € con tessera ARCI / prenotazioni: info@areasismica.it. È possibile tesserarsi online al link: https://portale.arci.it/preadesione/areasismica/www.areasismica.it.
Per Forlì.Soglie alle 21,00 l’associazione Sedicicorto presenta Estratti dalla Tetralogia di Rosto: un excursus nell’opera del regista e artista olandese Robert Stoces, in arte Rosto, i cui film onirici e oscuri lo hanno consacrato come una delle voci più personali del cinema d’animazione d’autore contemporaneo. Fumettista, animatore, musicista e regista di video musicali, le sue opere fondono in maniera inscindibile la sperimentazione videoartistica e l’animazione digitale. Apprezzato in tutto il mondo per la sua creatività, ha ricevuto riconoscimenti nei più prestigiosi Festival Internazionali di cinema di animazione e cinema sperimentale. Dopo la sua morte nel 2019, le opere di Rosto vengono distribuite dalla più importante società di distribuzione europea per ciò che concerne la sperimentazione cinematografica nel mondo dell’animazione.
Il musical animato di 30 minuti ha richiesto sei anni per essere prodotto e ha avuto un cast di voci prestigiose tra cui Terry Gilliam, Tom Waits, The Residents e The Dø. Nel 2008 ha diretto No Place Like Home, il primo di una tetralogia di cortometraggi riguardanti la musica e i personaggi del progetto musicale Thee Wreckers. Nel 2013 realizza l’opera Lonely Bones ottenendo premi all’International Film Festival Rotterdam e all’Ottawa International Animation Festival. Splintertime (2015) è il terzo di una serie di quattro film. Reruns (2018) completa la Tetralogia dal titoloThee Wreckers (ingresso gratuito/prenotazioni: info@sedicicorto.it/www.sedicicorto.it). Per informazioni sull’evento Forlì.Soglie: www.forlisoglie.it.