«La provincia di Forlì-Cesena nella classifica delle province italiane che misura la Qualità della vita nel 2021 (redatta dal Sole 24Ore) risulta piazzata al quarantesimo posto, con una perdita di 26 posizioni rispetto al 2020. Uno tra i sei indicatori su cui si basa tale classifica è “Ambiente e servizi”, settore in cui siamo scesi di nove posizioni rispetto al 2020: qualcosa non torna dunque se confrontiamo questi dati con le affermazioni dell’Assessore all’Ambiente Petetta, che definisce Forlì “sempre più green”.
Cerchiamo allora di capire come stanno andando realmente le cose, provando ad analizzare punto per punto le argomentazioni dell’assessore riguardo alle presunte “grandi innovazioni” in materia di verde pubblico. Le “migliaia di nuovi alberi”, messe a dimora in questi ultimi due anni, spesso non sono che pianticelle di pochi centimetri, come quelle che si possono vedere a Carpinello (vedi foto), sottilissimi rametti che possono essere facilmente distrutti anche solo dai bambini che giocano a pallone, per non parlare del gelo invernale e della siccità estiva. A fronte di queste affermazioni non si riportano dati sulle alberature tagliate dal 2020 ad oggi sia lungo le strade che lungo gli argini dei fiumi e nei parchi.
È inoltre evidente che un albero di decine di anni non è certo paragonabile con un piccolo arbusto rispetto all’azione di contenimento di CO2. Come si può pensare di far fronte alla crisi climatica piantando vegetazione che forse tra vent’anni sarà in grado di assorbire una quantità importante di Co2? Diciamo “forse” perché gli alberelli piantati in viale Gramsci lo scorso anno, a seguito dell’abbattimento delle precedenti grandi alberature, ed annunciati con altisonanti articoli sui giornali, non sono mai stati annaffiati e di conseguenza sono morti e sono stati eliminati nelle ultime settimane in attesa di essere sostituiti. Altri fatti che fanno dubitare riguardo alla cura del verde a Forlì sono i numerosi abbattimenti di alberi adulti per far posto a progetti costruttivi più o meno utili, ad esempio i grandi pioppi del Parco di Via Dragoni, abbattuti per far posto al campo da basket, o addirittura per far passare le ruspe o quelli lungo viale Roma per permettere l’ennesimo supermercato.
Vogliamo poi sottolineare che il verde attualmente esistente nella nostra città, verificato tramite il censimento delle alberature (censimento esistente a Forlì già dal lontano 2003), è lascito delle precedenti amministrazioni, che hanno gestito il patrimonio vegetale in modo da renderlo sempre più ricco e vario. Pensiamo ad esempio al Parco urbano “Franco Agosto”, il vero polmone verde della città, che altre province romagnole ci invidiano e che deve però essere custodito e se possibile ampliato. Quindi ben venga il nuovo “Piano comunale del verde” (approvato a novembre con Delibera 365/2021), ma non parliamo di “cambio di passo” nelle politiche ambientali, come annunciato in modo altisonante dall’assessore Petetta, piuttosto speriamo che il Comune sia in grado di “stare al passo” delle necessità basilari in tema di verde pubblico e non prosegua invece nella corsa verso la cementificazione come proposto anche in zona Vecchiazzano di fianco al polo ospedaliero.
È certamente più facile tingersi di verde a parole che intervenire realmente per un nuovo modello di sviluppo meno “Brillante” di luci e piste di pattinaggio altamente energivore, ma più “Brillante” di nuove idee e nuovi modelli di sviluppo sostenibili e coinvolgenti per le persone».
Parents For Future Forlì