Riceviamo e volentieri pubblichiamo la segnalazione di un nostro lettore.
«Scrivo dopo aver appreso che in località Bocconi, nel Comune di Portico e San Benedetto, nel Podere Carpine–Lastre, verrà aperto un campo di tiro a volo, come è stato deciso nella riunione dell’Unione di Comuni della Romagna forlivese il 22 dicembre 2021, con delibera n. 44, relativa ad una variante al Piano Operativo Comunale. La motivazione a sostegno dell’apertura del campo di tiro a volo sottolinea che la realizzazione dell’impianto favorisce “la fruizione degli spazi all’aperto ed è funzionale al recupero e valorizzazione del territorio rurale…”.
Sono un escursionista e come tale mi permetto di far osservare che si parla di “valorizzazione del territorio rurale” ma a me pare che la decisione vada proprio nel senso opposto. Nel senso che l’apertura di un campo di tiro a volo sicuramente non incentiva un’attività essenziale per le aree montane: il turismo. E l’area su cui dovrebbe nascere è usata da escursionisti e da ciclisti in mountain bike. Insomma, direi che in questo modo si sta facendo una scelta proprio per penalizzare il turismo. Oltre a ciò non è difficile immaginare l’impatto ambientale di una tale struttura. Sotto il punto di vista dell’inquinamento acustico e, ancor di più, di quello relativo all’inquinamento del suolo derivante dalla dispersione di miliardi di pallini di piombo. Faccio notare che in alcuni casi è intervenuta la stessa Magistratura. E che in diversi Comuni, proprio per il livello di inquinamento, sono stati chiusi campi di tiro a volo.
Una decisione presa dal Consiglio dell’Unione di Comuni, tra l’altro in assenza dei rappresentanti dello stesso Comune (uno, il Sindaco, assente, l’altro, per la minoranza, assente giustificato). Il Comune di Portico e San Benedetto aveva già deciso nel passato su questa scelta, con Delibera n. 5 del 26 febbraio 2021, ed in quella occasione la Delibera era stata presentata dal Sindaco come “una semplice presa d’atto relativa ad una variante che interessa il Comune di Portico e San Benedetto. L’approvazione definitiva avverrà in sede di Consiglio dell’Unione”. In questo contesto non c’è stata alcuna discussione in quanto nessun consigliere ha chiesto d’intervenire.
Aggiungo che nel dibattito nel Consiglio dell’Unione è stato sottolineato con forza che spetta al Comune, o ai suoi rappresentanti, motivare le ragioni che sottostanno a questa scelta. Francamente quando me l’hanno raccontato non ci potevo credere. Forse aveva ragione quel signore quando diceva: a pensar male si fa peccato…! Se davvero si vuole valorizzare il territorio rurale delle aree montane, proprio per le caratteristiche di questi territori, sarebbe meglio incentivare il turismo, anche vietando l’attività venatoria a ridosso dei sentieri pedonali e ciclabili. Come hanno fatto molti Comuni che l’hanno vietata entro cinquanta metri da sentieri pedonali e piste ciclabili».
Marco Simoni