Domenica 6 febbraio le piscine del gruppo Around Sport (Piscina Comunale Forlì, Piscina Comunale Cesenatico, Piscina Seven Sporting Club di Savignano sul Rubicone) e la Piscina Comunale di Forlimpopoli, hanno aderito, insieme al Coordinamento delle Piscine ER, alla giornata di chiusura nazionale indetta dal Coordinamento delle Associazioni dei Gestori Impianti Natatori. L’obiettivo è quello di protestare contro il silenzio delle istituzioni sulle difficoltà che stanno vivendo gli impianti sportivi da due anni a questa parte, ulteriormente inasprite dal “caro bollette”.
Il 60% in media della perdita del fatturato e 120mila euro di rincari annui su un singolo impianto sono solo alcuni dei numeri della crisi delle piscine italiane e della Romagna. Allo stato attuale il comparto delle piscine sembra non essere una priorità per le istituzioni: i vari decreti ristori hanno erogato somme che non arrivano a coprire il 5% dei ricavi annuali e non sono state programmate misure tali da compensare le perdite dovute al calo di utenza della quarta ondata (si parla di una riduzione del 50% rispetto al 2019). Malgrado ciò, non si intravedono sostegni e nemmeno tavoli di discussione per affrontare il problema.
L’associazione delle Piscine ER denuncia la poca considerazione nei confronti di Società che da anni gestiscono impianti in concessione pubblica e che forniscono un servizio alla comunità, garantendo alla popolazione di poter usufruire di un diritto primario quale quello alla salute per mezzo dello sport. La situazione critica delle piscine sembra un paradosso nel territorio culla della Wellness Valley, dove sport, salute e cultura dovrebbero fondersi in un benessere sociale che rischia, altrimenti, di perdersi.
Gabriele Corzani, presidente di Around Sport e gestore degli impianti di Forlì, Cesenatico, Savignano sul Rubicone: “Le Piscine prime a chiudere e ultime a riaprire, ritengono non sia più accettabile e sostenibile proseguire nel silenzio delle istituzioni nazionali. Abbiamo rispettato le regole, facendo investimenti per garantire la sicurezza degli utenti, abbiamo imposto l’obbligo del Super Greenpass e, nonostante questo, lavoriamo ancora al 40% della capienza in ragione dei limiti Covid, mai allentati. Oltre a questo dobbiamo farci carico dell’ aumento dei costi delle spese di luce e gas, a fronte di sostegni e ristori ridicoli da parte dello stato, ricordando che gestiamo impianti comunali con tariffe imposte, essendo il nostro un servizio per la collettività. Ci auguriamo che le amministrazioni locali e i cittadini siano solidali a questa protesta, perché le società di gestione sono vere e proprie aziende che contano migliaia di dipendenti e collaboratori, che hanno fatto grandi investimenti negli impianti che gestiscono ed erogano un servizio pubblico e sociale che avrebbero un costo altissimo e insostenibile per le Amministrazioni”.