Cyber crimini: dati in aumento

Polizia Postale

Crescono gli attacchi informatici, ai reati a scopo economico si aggiungono gli attacchi internazionali, vere e proprie armi di offesa. La grande spinta alla digitalizzazione del Paese deve essere accompagnata da un innalzamento, altrettanto forte, della sicurezza informatica a tutti i livelli. Aumentano anche nel territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini i reati perpetrati con l’utilizzo di nuove tecnologie d’informazione e di comunicazione.
È quanto emerge da una prima analisi del Centro Studi delle Camere di commercio Tagliacarne, sull’andamento dei reati denunciati nel 2020, che vedono una crescita generale dei reati economici (+0,9%), tra cui spiccano, in particolare, i delitti informatici (+19,8%) e le truffe e frodi informatiche (+17%).

La particolare situazione che ha caratterizzato il 2020, trovando molte imprese e cittadini impreparati a gestire in sicurezza i propri dati online, ha fatto registrare un vero e proprio boom nel cybercrimine, con una crescita in tutta Italia del 17,2% a fronte in una generale diminuzione dei reati -17,4% denunciati nello stesso periodo.
Nei giorni scorsi, Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, ha anticipato i dati del Rapporto 2022 sugli incidenti informatici su scala globale degli ultimi 12 mesi: in totale sono stati registrati oltre 2mila cyber attacchi gravi con una aumento, con una media mensile di 171 attacchi, il numero più alto finora registrato – commenta Roberto Albonetti segretario generale della Camera di commercio della Romagna -. Non si tratta, purtroppo, solo di reati economici a scopo di frode, attualmente, il conflitto in atto tra Russia e Ucraina sta dimostrando chiaramente che gli attacchi cyber sono a tutti gli effetti armi di offesa, capaci di violare siti strategici, infrastrutture, telecomunicazioni, sistemi bancari, ecc.. La scorsa settimana, inoltre, l’Agenzia per la cyber sicurezza nazionale ha lanciato l’allarme per attacchi informatici provenienti da Russia e Paesi orientali, indirizzati su vasta scala anche verso il nostro Paese. È indispensabile, perciò, che la grande spinta alla digitalizzazione del Paese e del sistema produttivo sia accompagnata da azioni di prevenzione e tutela, per questo è importante e urgente porre l’attenzione sulla cyber sicurezza, anche informando e formando le imprese, lavoratori e i cittadini. Sono diverse le realtà del nostro territorio che già si occupano di questo tema, sia dal punto di vista della difesa da attacchi esterni, sia dal punto di vista della protezione interna, diventata ancora più urgente a seguito dell’emergenza sanitaria e dell’uso massiccio del lavoro a distanza, con una maggiore esposizione delle reti aziendali”.

Nel post-pandemia, la Cyber Security legata alla protezione dai pericoli di Internet dovrà seguire sempre di più la persona nel suo ecosistema, andando oltre ai classici “confini” della rete aziendale. In FlashStart il nostro sforzo è massimo per espandere la protezione dalle Aziende alle Scuole, dai laptop e smartphone in mobilità allo smart working, fino ad arrivare ai dispositivi IoT e al 5G” racconta Francesco Collini, fondatore e CEO di FlashStart Group che con la sua piattaforma in Cloud Flashstart opera in 145 paesi, offrendo un sistema di filtri di sicurezza per la navigazione on-line.

Il fattore di scala introdotto dagli attacchi digitali, ovvero la capacità di ridurre il costo per ogni singolo attacco, attira un numero sempre maggiore di criminali informatici. L’attuale scarsa capacità di difesa cibernetica, da parte di numerose organizzazioni, rende tali attacchi spesso di successo” è la valutazione di Marco Ramilli, fondatore e CEO di Yoroi srl, start-up nata a Cesena che ha sviluppato uno Threat Intelligence Engine, basato su un indice esposizione delle imprese sulla base di tre variabili: il numero di servizi esposti, lo score delle vulnerabilità e l’indice di data leakage. “Credo che questi siano i principali motivi dei frequenti ed inesorabili incrementi di crimini informatici a cui siamo ormai abituati. Affidarsi a professionisti e dotarsi di un sistema di difesa digitale adattivo, basato su servizi e non su prodotti, credo che oggi sia un passo obbligatorio per ogni organizzazione che decide di investire nel futuro digitale. La cyber sicurezza non può essere rimedio, ma deve essere prevenzione dinamica”.

Anche nelle province di Forlì-Cesena e Rimini si osserva un aumento di cyber crimini: più accentuato della media italiana nella provincia di Rimini (+28,7%) e un po’ meno in quella forlivese (+10,1%).
In rapporto alla popolazione, i reati informatici (delitti, truffe e frodi informatiche) nel 2020 registrati nella provincia di Forlì-Cesena sono 333,6 ogni 100.000 abitanti (collocandola al 96° posto nella graduatoria decrescente su 106 province) e nella provincia di Rimini sono 452,2 ogni 100.000 abitanti (collocandola al 47° posto nella graduatoria decrescente su 106 province). Tali dati collocano la provincia forlivese in posizione migliore rispetto alla media italiana e regionale mentre la provincia riminese è più vicina ai livelli nazionali, infatti, in Italia ci sono 450,1 reati ogni 100.000 abitanti mentre in Emilia-Romagna ve ne sono 430,7 ogni 100.000 abitanti.

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