«“Il denaro che sta finanziando l’aggressione in Ucraina ha le stesse radici del cambiamento climatico: i combustibili fossili” ha dichiarato Svitlana Krakovska, la scienziata della delegazione Ucraina durante il lancio dell’ultimo allarmante report dell’IPCC, l’autorità mondiale sulla scienza del clima. Non c’è un momento più opportuno per annunciare lo sciopero globale per il clima e chiedere con ancora più urgenza un mondo totalmente libero dalle fonti fossili: per questo il 25 marzo ritorniamo in piazza in tutto il mondo per chiedere un mondo a zero emissioni basato sulla giustizia climatica.
Fare una seria transizione ecologica ed energetica, con rinnovabili e risparmio energetico, permette di tagliare velocemente le emissioni, ma è anche l’arma più efficace per non finanziare guerrafondai e dittatori, smettere di dipendere da loro e ridurre la bolletta energetica delle nostre famiglie alla fine del mese. Con i prezzi del gas che salgono alle stelle e i tubi che sono controllati da Putin, la nostra sicurezza energetica è a rischio. Serve la transizione ecologica, e serve ora: le maggiori aziende italiane dell’energia elettrica hanno dichiarato di essere già ora in grado di mettere a terra 60GW di rinnovabili in Italia entro i prossimi 3 anni. Nel 2021 ne abbiamo installato solo 1GW, mentre siamo sempre più alle dipendenze del gas russo. Infatti, il 40% del gas importato in Europa proviene dalla Russia, più di un terzo del budget dello stato russo dipende dai ricavi delle esportazioni di combustibili fossili, e solo l’Italia spende ottanta milioni di euro al giorno che vanno a finanziare la macchina della guerra di Putin. Con quel denaro potremmo invece avviare una vera e rapida riconversione energetica. Basta volerlo. E perché la politica lo voglia, deve avere consenso. Ed è qui che entriamo in gioco noi cittadini.
Il momento migliore per ascoltare la scienza e avere un piano per uscire dalle fonti fossili era vent’anni fa, il secondo momento migliore è adesso. Per questo scendiamo in piazza venerdì 25 marzo in tutto il mondo e anche a Forlì per il clima, per l’abbandono dei combustibili fossili una volta per tutte, per la pace e contro tutte le guerre.
Il ritrovo è alle ore 9,00 in Piazzale della Vittoria, punto di partenza per il corteo che si svilupperà lungo le strade del centro per arrivare al Campus, dove nelle vicinanze della mensa dalle ore 11 interverranno diversi relatori. L’intento è quello di collegare i puntini, evidenziando i collegamenti esistenti fra temi come quello della transizione energetica, dei combustibili fossili, dell’attuale guerra in Ucraina, della giustizia sociale e climatica e dei cambiamenti climatici.
Prenderanno la parola esperti di rilievo come la professoressa Giuliana Laschi (Dipartimento di scienze politiche dell’università di Bologna, esperta in Studi Europei, Cattedra Jean Monnet ad personam e presidente del Comitato scientifico del Punto Europa di Forlì) e la professoressa Margherita Venturi (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, dell’università di Bologna). Inoltre, interverranno i rappresentanti del centro pace Forlì e del comparto scuola, istruzione e ricerca della FLC Cgil che per la prima volta e in maniera decisa ha proclamato sciopero per l’intera giornata scendendo in piazza accanto al nostro movimento in tutto il territorio nazionale. Ci sono alcuni momenti nella storia in cui agire è più importante che in altri. Siamo esattamente in uno di quei momenti.
Negli ultimi tre anni, la nostra mente è stata messa a dura prova da diverse minacce esistenziali: si è iniziato a parlare seriamente di crisi climatica, abbiamo vissuto una pandemia globale e ora una guerra è scoppiata ai confini europei. Tutto ciò rischia di essere davvero troppo per la nostra salute mentale, se non troviamo un modo sano per gestirlo.
In questo difficile momento della nostra storia, sentiamo il bisogno di qualcuno che trasformi la nostra depressione in azione, la nostra ansia in speranza e la nostra paura in coraggio. Quel qualcuno possiamo essere noi stessi».
Fridays For Future Forlì