Mi permetto di condividere un’emozione. Ieri sera, guardando il Tg1, durante il servizio sul rito della lavanda dei piedi – con Papa Francesco impegnato nel gesto simbolico di umilità e servizio che anticipa la Pasqua cattolica compiuto tra i detenuti – sono stato colpito dal gesto istintivo di una signora. Nel momento esatto in cui il pontefice lavava i suoi piedi, la signora ha portato la mano alla bocca, come per trattenere la dirompente potenza dell’emozione per quell’impensabile, incredibile e straordinario momento che stava vivendo. Chissà qual è il suo vissuto.
Chissà se avrebbe mai minimamente pensato di vivere una esperienza del genere. Ho cercato il servizio e catturato il momento con uno screenshot. Per tenerlo a mente.
Nel mondo c’è troppa cattiveria e c’è troppa indifferenza per pensare che un gesto liturgico come la lavanda dei piedi possa convincere qualcuno, ad esempio, a guardare al prossimo con maggior apertura e col desiderio di vedere le cose da tutti i punti di vista. Non parliamo poi delle guerre, della miseria e delle ingiustizie. Meglio lasciar perdere perchè la retorica ha finito le parole e attende solo fatti.
Detto questo, consapevoli delle fragilità e delle vere miserie egoistiche della condizione umana, l’emozione della signora che non riesce neppure a guardare quell’uomo vestito di bianco, convinto e credibile nell’autenticità dei sentimenti, che e’ chinato al suo cospetto per passarle l’acqua sui piedi – proprio i suoi piedi! – e asciugarli, mantiene viva la speranza che qualcosa di buono, al mondo, si può fare. C’e’ un potere molto forte nella comprensione, nel valore del riscatto, nel rispetto.
Mario Proli