31 maggio 2022 – Riceviamo la lettera firmata da una settantina di medici, psichiatri e professionisti italiani sul tema delle dotazioni previste dalle modifiche al regolamento della Polizia Locale del Comune di Forlì, in particolare la previsione di dotare gli agenti di bastoni estensibili come strumento nel caso di esecuzione di trattamenti sanitari obbligatori.
Bastone lungo e pensiero corto
«Stando a quanto riportato sulla stampa locale, alcune dichiarazioni del vicesindaco del Comune di Forlì in commissione consiliare, per motivare la proposta di dotare la polizia locale di “bastoni estensibili”, appaiono davvero molto gravi. Forte della sua delega alla sicurezza, ha informato i consiglieri di questa proposta di acquisto di bastoni estensibili, dichiarandoli attrezzi utili in particolare per la esecuzione del Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). La gravità di questa dichiarazione, da parte del vicesindaco, sta nel tradire se non ignorare, il dettato e prima ancora lo spirito della legge di riforma sanitaria del 1978, in materia di assistenza psichiatrica, la delibera regionale dell’applicazione della legge con l’istituzione dei Dipartimenti di salute mentale e Dipendenze patologiche (Dsm-Dp), il regolamento regionale e aziendale per la proposta e l’esecuzione del Trattamenti sanitari obbligatori (TSO).
La cosa ancora più grave è il misconoscere le buone pratiche dei Dipartimenti di salute mentale (DSM) dei Comuni limitrofi appartenenti alla stessa Ausl. Tanta non conoscenza delle leggi nazionali, regionali e aziendali è davvero inammissibile se si ricopre un ruolo istituzionale. Quando si ignorano le leggi e i regolamenti vigenti in un paese democratico e civile, riconosciuto dall’organizzazione mondiale della sanità (OMS) come esemplare a livello mondiale, si corre il rischio di essere additati come i portatori di una sottocultura poliziesca tarda a essere superata. La cultura amministrativa non va accorciata, ma estesa nella continua qualificazione dei servizi pubblici. Forlì non merita questo arretramento a pratiche medievali nel campo della salute mentale.
Siamo sicuri che il sindaco del Comune di Forlì vorrà intervenire, con i provvedimenti che riterrà opportuni, per sanare un dibattito che se alimentato da queste dichiarazioni, rischia di assumere aspetti e toni che non hanno nulla di democratico, per una città civile che ha sempre difeso i diritti alla libertà e alla salute nella sicurezza delle leggi vigenti».
Giovanni De Plato, Luigi Missiroli, Andrea Melella, Vittorio Vinci, Paolo Crepet, Pietro Pellegrini, Claudio Ravani, Giovanni Scolari, Francesca Cigala, Adello Vanni, Antonello D’Elia, Emilio Lupo, Cesare Bondioli, Salvatore Di Fede, Rocco Canosa, Lorenzo Toresini, Giuseppe Guido Pullia, Giancarlo Boncompagni, Bruno Romano, Guglielmo Russo, Francesco Petrucci, Marco Turchi, Augusta Nicoli, Diana Morgagni, Roberto Muratori, Gianmaria Galeazzi, Silvia Chiesa, Fabrizio Starace, Angelo Fioritti, Mario Cariani, James Busatti, Paolo Verri, Alberto Tinarelli, Giulia Ciarpaglini, Daniela Cariani, Fabrizia Pizzale, Viviana Venturi, Sandra Venturoli, Giuseppe Farina, Rita Rondinelli, Laura Rosa Pizzale, Mara Fontana, Claudio Gualandi, Linda Mazzoni, Gabriella Staiti, Elisabetta Roncoli, Luciana Tufani, Daniela Azzalli, Francesco Rizzo, GianMaria Galeazzi, Bruna Bellotti, Lillia Soglia, Sergio Ennio, Cimatti Luisa, Fabrizio Vivarelli, Giulietta Cavallari, Giulio Grandi, Milvia Tariani, Romano Guarnieri, Gabriella Droghetti, Bruno Boldrini, Giulietta Ferrari, Luigi Battaglia, Ercolina Fabretti, Flavio Boari, Giuliana Guerra, Rosetta Balestra, firmatari, in qualità di medici, psichiatri, professionisti, hanno operato e operano nei servizi di salute mentale pubblici, in organismi OMS per la salute mentale, nelle Università, nelle Società scientifiche, nelle organizzazioni sociali e in Psichiatria Democratica.