Camera di commercio della Romagna: il bilancio e il saluto di Alberto Zambianchi

Camera di commercio

Il nuovo Consiglio della Camera di commercio della Romagna si insedierà il prossimo 31 maggio 2022 per l’elezione del nuovo presidente dell’ente camerale e, oggi Alberto Zambianchi, giunto al termine del suo mandato come presidente dell’ente, ha incontrato i media, per un bilancio dei suoi anni camerali e un indirizzo di saluto. Zambianchi ha ricordato, innanzitutto, l’importanza del ruolo delle Camere di commercio, quale unico livello intermedio fra “cittadini imprenditori” e governo, e, quindi, quello del consiglio camerale, che rappresenta il Parlamento dell’Economia del Territorio.

Per questo motivo – ha dichiarato Alberto Zambianchi – se la Camera funziona bene e le risorse vengono distribuite bene, si riesce veramente a intervenire concretamente sull’economia reale e si favorisce il vero sviluppo. In proposito, merita una sottolineatura l’accorpamento fra le preesistenti Camere di Forlì-Cesena e di Rimini, che ha portato alla costituzione della Camera della Romagna. Le classi dirigenti delle due province hanno dato prova di lungimiranza, procedendo all’accorpamento volontario, prima che venisse imposto per legge, e dotando i territori provinciali di uno strumento perfettamente in grado di innescare sul territorio nuove fasi di sviluppo”.

Zambianchi ha anche brevemente illustrato, con alcuni esempi pratici, cosa significa “sostenere” l’economia locale: dagli interventi fatti per la difesa del credito, attraverso le cooperative di garanzia, ai finanziamenti sprigionati dal “Fondo Rotativo”, costituito insieme alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Forlì e al Comune di Forlì. Dalle iniziative per le infrastrutture, come quella per la diffusione della banda larga, considerata una best practice a livello di Emilia-Romagna e replicata in altre regioni, a quelle per lo sviluppo dell’internazionalizzazione, come il progetto “Temporary Export Manager”, per il quale abbiamo ricevuto riconoscimenti a livello nazionale e a Bruxelles.

Sono arrivato al termine del mio mandato come presidente della Camera di commercio di Forlì-Cesena, prima, e della Camera della Romagna, poi – ha proseguito Alberto Zambianchi –. Gli anni dal 2010 in avanti sono stati particolarmente complessi, essendo stati caratterizzati dal susseguirsi continuo di situazioni critiche ed avvenimenti che hanno turbato profondamente l’andamento dell’economia, gli assetti istituzionali, il quadro normativo, le fonti di finanziamento, la mission e la nostra responsabilità di amministratori pubblici. A fronte di una realtà così difficile, abbiamo moltiplicato il nostro impegno e abbiamo rimodulato le aree d’azione ed avviato nuovi servizi, da un lato, supportando le aziende che rischiavano la chiusura, dall’altro, rafforzando la competitività delle imprese, affinché i mercati premiassero di più e meglio i loro prodotti. Unici in Emilia-Romagna abbiamo adempiuto agli obblighi del Decreto Legislativo n. 219 del 2016 ed abbiamo realizzato un “accorpamento volontario e sinergico” con la Camera di Rimini. Costituita la “Camera di Romagna”, ne abbiamo stabilizzato il bilancio ed il personale, abbiamo sviluppato l’export e la digitalizzazione delle imprese, abbiamo tutelato il credito per le PMI.
Con il CISE, la nostra Azienda Speciale, abbiamo acquisito autorizzazioni e certificazioni importanti, nelle aree dell’innovazione e della certificazione etica e qualitativa, che poi abbiamo riversato sulle imprese dei nostri territori. Anche nei periodi più tragici, conseguenti alla Pandemia da Covid19 e alla guerra in Ucraina, la Camera non ha mai rallentato o interrotto nessun servizio e, grazie al coraggio e alla disponibilità dimostrata dal nostro personale, si è riusciti a far fronte anche a nuovi bisogni palesati dalle nostre imprese”.

Cito per tutti i nostri report tempestivi e precisi sulla situazione economica, cito la collaborazione fornita nella gestione dei Codici Ateco e ricordo le migliaia di istruttorie per la gestione dei provvedimenti susseguitisi nel tempo, per i “ristori” concessi alle imprese più penalizzate durante i lockdown. Tutto ciò è stato possibile anche grazie alla compattezza e all’impegno profuso da Province e Comuni e grazie all’attenzione dedicataci da Unioncamere a Roma e a Bologna, dalla Regione, dalle Prefetture, dalle Questure, dall’Asl di Romagna, dalla Banca d’Italia e dagli Istituti di credito e dalle Associazioni di Categoria, con le quali il dialogo è sempre stato continuo e proficuo. Volutamente tralascio di citare alcuni momenti particolarmente difficili, ma desidero soffermarmi sui tanti “momenti belli”, che hanno coinciso con l’ammodernamento e il potenziamento operativo delle nostre sedi di Forlì, Cesena e Rimini, i numerosi Protocolli di collaborazione sottoscritti con le Province, i Comuni, le Prefetture, le Fondazioni e con l’Università”.

Desidero anche riservare una citazione al supporto fornito al sistema fieristico locale, alla costituzione dei Tecnopoli e l’avvio di CesenaLab, di Aviolab Forlì e del “Polo Aerospaziale”.
Si tratta di iniziative che hanno accresciuto e rafforzeranno ulteriormente la competitività delle nostre Imprese e l’attrattività dei nostri Territori: sono iniziative che hanno valore strategico e, pertanto, sono particolarmente importanti e dotate di concrete potenzialità per l’avvio di nuove fasi di sviluppo. In un momento come questo, desidero anche rivolgere un pensiero e un ringraziamento particolarmente sentiti a tutti i bravissimi imprenditori dei nostri Territori, che hanno dato prova di saper esprimere nelle loro imprese un “valore aggiunto” che li pone ai vertici delle classifiche nazionali e regionali. Ringrazio anche tutti coloro che mi sono stati “vicini” e mi hanno aiutato nelle situazioni più complesse: i colleghi della Giunta e del Consiglio, le Istituzioni Territoriali delle Province di Forlì-Cesena e Rimini, i vertici delle Fondazioni delle Casse dei Risparmi ed il nostro personale, a partire dai Segretari Generali che si sono susseguiti nel tempo, Antonio Nannini, prima e Roberto Albonetti, poi. Impegno, cortesia, capacità di ascolto e capacità di risposta sono le doti che connotano il personale delle nostre sedi“.

Concludendo ricordo che ho sempre svolto il mio mandato ponendomi al “servizio della Camera” e di ciò che essa rappresenta per il perseguimento dello sviluppo economico, del bene comune e della coesione sociale: chi svolge tale ruolo sa bene che questo è il compito più importante. Lascio una Camera sana, forte, moderna e attrezzata. Auguro al nuovo Presidente, al nuovo Consiglio e alla nuova Giunta, un futuro meno complesso e caratterizzato da successi, crescite e soddisfazioni”.

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