È netta la disapprovazione da parte di Elio Dogheria (nella foto) della decisione del Comune di Forlì di patrocinare la festa delle famiglie in programma in città al Parco Urbano. “Patrocinare – spiega il capogruppo in Consiglio comunale della Lista Civica Forlì Cambia – significa sostenere e condividere le ragioni di una manifestazione. Ora, che ciò avvenga per un’iniziativa che promuove l’equiparazione dell’unione di due persone dello stesso sesso alla famiglia è qualcosa davvero di non comprensibile per chi ha votato questa Amministrazione. Tanti cittadini, nostri elettori, mi hanno scritto o contattato chiedendomi ragione di tale scelta che tradisce il loro voto. Ho risposto dicendo la verità: sono spiazzato e deluso anch’io. Chiederò conto alla Giunta della sua decisione”.
Dogheria poi rivela: “qualche giorno fa avevo anche parlato con un assessore che mi aveva assicurato che il patrocinio non sarebbe stato accordato, senza voler discriminare nessuno ma per ragioni legittimamente politiche: le istituzioni e il Comune hanno il dovere di permettere la libera espressione del pensiero a tutte le realtà che la manifestano nel rispetto della legge, ma viceversa il patrocinio è qualcosa di enormemente più importante, che comporta una condivisione dell’iniziativa e del pensiero che questa mira a promuovere. Dovrei cioè desumere, e con me i tanti nostri elettori, che abbiamo cambiato visione? Che l’unione di due persone dello stesso sesso è da considerarsi famiglia? Non credo proprio”.
La Corte Costituzionale del resto con la nota sentenza 14 aprile 2010, n. 138, nel pronunciarsi sulla questione concernente l’ammissibilità del matrimonio tra persone dello stesso sesso nel nostro ordinamento, ha affermato che l’unione omosessuale, pur se riconducibile all’art. 2 Cost., rappresenta tuttavia una formazione sociale non idonea a costituire una famiglia fondata sul matrimonio stante l’imprescindibile (potenziale) “finalità procreativa del matrimonio che vale a differenziarlo dall’unione omosessuale”; proseguono i giudici precisando che “in tal senso orienta anche il secondo comma della disposizione (art. 29 Cost.) che, affermando il principio dell’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, ebbe riguardo proprio alla posizione della donna cui intendeva attribuire pari dignità e diritti nel rapporto coniugale” concludendo che “in questo quadro, con riferimento all’art. 3 Cost., la censurata normativa del codice civile che, per quanto sopra detto, contempla esclusivamente il matrimonio tra uomo e donna, non può considerarsi illegittima sul piano costituzionale. Ciò sia perché essa trova fondamento nel citato art. 29 Cost., sia perché la normativa medesima non dà luogo ad una irragionevole discriminazione, in quanto le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio”.
Dunque, la formazione sociale costituita dalla cosiddetta “società naturale” ex art. 29 Cost., presuppone, rispetto a tutte le altre formazioni sociali, un quid naturalistico ulteriore rappresentato dalla diversità di sesso tra i nubendi nonché dalla loro astratta idoneità a generare figli, dovendosi pertanto escludere ogni discriminazione ex art. 3 Cost. stante la non omogeneità delle unioni omosessuali a quelle matrimoniali ammesse tanto che, opinare diversamente, significherebbe – afferma la Consulta – “procedere ad un’interpretazione creativa… non una semplice rilettura del sistema” non potendo pertanto il precetto costituzionale “essere superato per via ermeneutica”.
Il capogruppo di Forlì Cambia conclude: “La famiglia, come riconosciuta dall’art. 29 della Costituzione Italiana, è società naturale fondata sul matrimonio. Vi è un progetto generativo che implica necessariamente una paternità e una maternità. Per la tutela dei diritti di chi voglia vivere altre modalità di affettività vi sono le unioni civili”.
“Fra i nostri punti fermi c’è la famiglia naturale come unica unità stabile e fondamentale della società. Crediamo fermamente che la famiglia naturale sia il cuore e il centro di quella rete sociale che è tuttora alla base della nostra storia, della nostra tradizione e della nostra identità e che consideriamo sia indispensabile per una società in grado di reggere crisi e difficoltà. Piena libertà, dunque, alle famiglie omosessuali di organizzare una festa, crediamo tuttavia che sia stata una forzatura politica chiedere il patrocinio del Comune di Forlì, come non condividiamo la sofferta decisione dell’amministrazione di concederlo”
così in una nota gli assessori Andrea Cintorino e Daniele Mezzacapo e il Gruppo della Lega in Consiglio comunale a Forlì.
“C’è una profonda e incolmabile differenza che ci separa dalla sinistra e da quell’area ambigua che cerca di barcamenarsi tra due visioni antitetiche della società. Noi crediamo siano prioritarie la tutela della famiglia naturale, la difesa della vita e la funzione educativa della famiglia tradizionale nell’interesse del bene comune e della società. Siamo anche convinti del fatto che la sinistra abbia imboccato una strada senza ritorno sposando le utopie di una società liquida, per non dire liquefatta, che persegue desideri narcisistici minoritari. Siamo e saremo sempre in prima linea per difendere e tutelare chiunque sia sottoposto a gesti di intolleranza o ostilità omofoba, ma non possiamo consentire che con il nostro beneplacito si faccia passare per una ‘festa’ il tentativo di rieducare e condizionare perfino i bambini secondo un punto di vista ideologico e unilaterale. Per questo prendiamo moralmente e eticamente le distanze dal patrocinio concesso alla Festa delle Famiglie omosessuali, oltre ad ammonire a tenere alta l’attenzione sulla propaganda gender che surrettiziamente sarà diffusa in tutte le scuole il 17 maggio in occasione della Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia LGBT. Non possiamo far passare sotto silenzio che bambini e adolescenti possano essere traumatizzati, influenzati o, peggio, indottrinati da argomenti tanto delicati e difficili addirittura a scuola”.
“Perché l’assessorato Promozione culturale e museale della città di Forlì ha concesso il patrocinio alla ‘Festa delle famiglie arcobaleno’ organizzata ieri al Parco Urbano? A sentire l’assessore Melandri sindaco e assessori ne erano al corrente. Dunque, si è trattato di un atto consapevole e di cui ne risponde l’attuale amministrazione comunale. Ma si tratta di una decisione che contraddice pesantemente il mandato elettorale conferito con il voto a Zattini, si tratta di una scelta in violazione del programma elettorale sottoscritto dalla coalizione di centrodestra. E. allora, è più che legittimo chiedere ragione di questo atto e avviare contestualmente una verifica di maggioranza per capire se l’esecutivo risponda ancora di una linea politica concordata”: così in una nota Fabrizio Ragni, portavoce del Circolo forlivese Caterina Sforza di Fratelli d’Italia.
“Il Comune di Forlì ha concesso il patrocinio a un’iniziativa ampiamente divisiva per lo stesso mondo cattolico che vota Pd. Possiamo dire che Zattini abbia scavalcato a sinistra la giunta Drei. Crediamo sia stato un clamoroso passo falso che rimarrà nel percorso amministrativo della giunta da lui guidata. Ma, del resto, non è la prima volta che l’attuale giunta promuova scelte discutibilissime e che abbiamo con forza criticato. Come, per esempio, l’intitolazione ai partigiani rossi dell’ 8ª Brigata Garibaldi di un’area verde del quartiere Romiti. Da un’amministrazione comunale di centrodestra è opportuno aspettarsi una scelta di discontinuità su tematiche etiche e fatti storici eclatanti. Gli elettori forlivesi con il voto di tre anni fa hanno scelto di cambiare passo e si aspettano dall’attuale giunta una lettura più equilibrata e meno di parte di questioni della nostra storia passata e presente che riteniamo debbano essere oggetto di una più approfondita analisi”: aggiunge il Circolo forlivese Caterina Sforza di Fratelli d’Italia.
“Al sindaco di Forlì, Zattini, facciamo presente che con ben altre priorità si era presentato agli elettori del centrodestra per chiedere il voto che non l’apologia della lotta partigiana o lo sdoganamento dei matrimoni omosessuali. Facciamo presente, oltretutto, che alla Festa delle famiglie arcobaleno, dove sono stati propagati modelli alternativi di famiglia e di libertà sessuale, erano presenti anche minori. Dunque, s’è affrontata una tematica sensibile senza opportuni filtri pedagogici, senza contraddittorio. E questo, a nostro parere, è grave”: afferma e conclude il direttivo del Circolo forlivese Caterina Sforza di Fratelli d’Italia.