La più recente rilevazione dell’ufficio studi di Confartigianato mostra il maggiore dinamismo nel settore delle costruzioni, che segna un aumento del 5,8% rispetto al trimestre precedente e del 18,7% rispetto a un anno prima. Le previsioni di primavera 2022 pubblicate a maggio dalla Commissione europea propongono una severa revisione delle previsioni di crescita dell’economia italiana (-1,9 punti rispetto alle previsioni di novembre), unica componente in controtendenza è quella degli investimenti in costruzioni, che sono rivisti al rialzo di 3 punti (da +6,2% a +9,2%). Una crescita messa a rischio dal caos-superbonus determinato dal nuovo obbligo contenuto nel Dl ‘Taglia prezzi’ che, come ha denunciato Confartigianato, ha nuovamente bloccato il mercato.
Per Alberto Camporesi vicesegretario di Confartigianato di Forlì “l’ennesimo adempimento porta a 14 gli interventi normativi e di prassi sul superbonus, in soli 4 mesi. Eppure, nell’edilizia residenziale l’attività delle imprese è stata sostenuta dagli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio abitativo, con effetti rilevanti: nel 2021 il valore della produzione nelle costruzioni è cresciuto del 24,1% rispetto all’anno precedente, un incremento di produzione che vale, a prezzi costanti, 39.951 milioni di euro. Se si confrontano i dati con quelli degli altri paesi dell’Unione europea, si nota che l’aumento della produzione si è fermata al +2,8%: un ritmo di crescita di questa intensità in Italia avrebbe limitato l’incremento del valore della produzione a 4.657 milioni di euro, pari a 35.294 milioni in meno di quella effettivamente conseguita, in pratica 2 punti di PIL di minore produzione”.
Continua Camporesi “il settore delle costruzioni sta contribuendo al recupero del mercato del lavoro: nel primo quadrimestre del 2022 nelle costruzioni si osserva un aumento dell’11,3% del personale occupato, raggiungendo un livello che è del 65% superiore a quello del primo quadrimestre del 2019”.
Un dato da evidenziare è l’aumento del peso del lavoro stabile: la crescita di 7.000 assunzioni nette nell’arco dell’ultimo anno è la combinazione di una riduzione di 13.000 figure a tempo determinato e l’aumento di 20.000 tra tempo indeterminato e apprendistato. Conclude il vicesegretario “è ora di ripensare a un sistema che introduca stabilmente bonus sostenibili economicamente e che favoriscano la riqualificazione e l’efficientamento del patrimonio edilizio. Al contempo, che siano provvedimenti meno impattanti dal punto di vista burocratico, per dare continuità al buon andamento del comparto”.