In Romagna il tempo sembra non passare mai. Il mondo cambia a velocità vertiginosa, e noi sempre a parlare delle stesse cose. Siamo ciarlieri e inconcludenti. Della Provincia unica romagnola, antidoto alla frammentazione della Regione Romagna e insieme rilancio di una politica istituzionale che tenesse insieme tutti i nostri territori, scrissi col Prof. Capano sul “Carlino” 15 anni fa. E poi ho cercato, da sindaco e anche dopo, di accompagnare ogni tentativo di unire una realtà fin troppo granulare. Che oggi, con la crisi demografica, rischia di ridursi a ben poco. Nulla di fatto. Sempre chiusure, più o meno eleganti.
Oggi ci riprovano anche le centrali cooperative, dopo sindacati e Confindustria. Chiedono che la Romagna sia considerata una città metropolitana diffusa. Giusto. Ma la politica non aspetti. Vada avanti risolutamente già ora, mettendo in comune i poteri pur limitati delle Province esangui attuali. Se non si darà prima un segnale di unità (politica) romagnola, è vano aspettarsi riconoscimenti da Roma o da Bologna. Se avessimo dovuto aspettare di avere i soldi per costruire la Diga di Ridracoli, berremmo oggi l’acqua dei fossi. La politica è coraggio, non solo gestione. E forse è venuto il momento per dimostrarlo (ma mi consentirete a questo punto l’inevitabile scetticismo del sessantenne).
Roberto Balzani