“Sono ritornato a distanza di circa due mesi dalla pubblicazione della mia lettera in merito ai lavori di ristrutturazione al Polisportivo Monti che tardavano ad iniziare e dopo la riunione cui ho partecipato insieme ad altri rappresentanti di quartiere, posto che il polisportivo sia preminente per ubicazione ma non una esclusiva del quartiere Cava. Sono stato spinto dalle preoccupazioni espresse da alcune famiglie del quartiere Resistenza, che hanno i loro ragazzi iscritti ai corsi di tennis e presso la società di calcio Cava, le quali non sanno quale sia il futuro per la frequenza dei ragazzi ovvero come organizzarsi anche logisticamente per la prossima stagione sportivo agonistica” segnala Raffaele Acri vice coordinatore del Quartiere Resistenza.
“I lavori sono evidentemente completamente fermi ad eccezione del campo di calcetto, al quale alcune maestranze stanno sostituendo il fondo, tutto il resto degli impianti dei quali lavori la Uisp per mezzo delle aziende interessate, durante la riunione presso il comitato del quartiere Cava, aveva assicurato l’inizio per il mese di luglio non ci sono cantieri aperti, ivi compreso la struttura geodetica che ospita i campi da tennis al coperto, chiusa per ragioni di sicurezza che dalle dichiarazioni sui media doveva essere almeno già smontata.
Mentre anche il gestore della palestra, suo malgrado, nonostante gli sforzi ed i proventi profusi ed impegnati, viste le condizioni, dovrà lasciare l’impianto e trasferirsi altrove, pare che agli iscritti alla società di calcio sia stato comunicato solo la settimana scorsa che il campo di calcio non sarà disponibile per la prossima stagione. Insomma la momento regna una assoluta incertezza, non solo in relazione all’inizio dei lavori ma soprattutto sulla eventualità che il polisportivo sia chiuso completamente al pubblico ed alle società sportive, laddove visto l’approssimarsi della prossima stagione sportiva sarebbe stato opportuno, da parte della Uisp e delle aziende collegate che hanno vinto il bando, una nuova riunione con i rappresentanti di quartiere e delle società sportive per illustrare quale pianificazione era stata immaginata per sostenere e sopperire ai tempi di chiusura parziale o totale dell’impianto” conclude Acri.